La filosofia occidentale da Aristotele sino a Schopenhauer e Hegel non ha avuto grande considerazione per la donna, che ritiene un uomo mancato e destinata all’immobilità di uno stato naturale e una condizione sociale che la considera solo moglie e madre.
Anche il confucianesimo reputa la donna inferiore all’uomo che, pertanto, la obbliga a sottomettersi a lui e la relega esclusivamente nell’ambito famigliare.
La diffusione del confucianesimo nel Giappone nel VI secolo d.C., che fu applicato nella sfera amministrativa e politica, ha determinato una disparità di genere ancora presente.
Vi è infatti una chiara distinzione tra onnarashi, ovvero l’educazione impartita alle bambine allo scopo di seguire le regole del loro futuro ruolo sociale, e otokorashi, l’educazione impartita ai bambini che li proietta nel competitivo mondo del lavoro.
L’unica possibilità di affrancarsi da un matrimonio combinato e da un ruolo subalterno è stata, per molto tempo, quella di diventare una geisha, artista che con il canto, la danza e soprattutto l’arte della conversazione garantiva per se stessa successo e indipendenza.
Figura spesso fraintesa, la geisha trova una sorta di sua corrispondente nella cultura occidentale nell’etera della Grecia classica: donna che, rinunciando a essere moglie e madre, coltivando studio e cultura ed esaltando la sua femminilità, diventa artefice e non succube del proprio destino.
La geisha può a tutti gli effetti essere considerata il primo, e per molto tempo unico, esempio di imprenditoria femminile in Giappone.
Il loro è un piccolo mondo a parte che ha luogo nelle okiya, case-scuole amministrate da una donna che ha saputo gestire con successo la propria carriera di geisha e che ha le capacità di far quadrare bilanci e spese e di sapere scegliere le apprendiste. Ogni nuova aspirante geisha, una shinoki, è un vero e proprio investimento in termini di tirocinio e equipaggiamento di parrucche, kimono e obi.
Il successo di un’apprendista, alla quale è sempre associata una geisha più esperta in un rapporto gerarchico tra sorella maggiore, onesan, e sorella minore, imotosan, rappresenta non solo un successo personale ma anche della okiya che partecipa dei suoi guadagni insieme all’associazione delle geishe.
Oggi l’omotenashi sembra essere ancora la strada per il successo nella cultura nipponica, dato che la CEO della Japan Airlines è la ex assistente di volo Mitsuko Tottori, ancora una rarità nella società giapponese che, per molti aspetti, è invece all’avanguardia.
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