TikTok e l’arte di imitare

Forse avrete sentito parlare di Musically, molto più probabilmente avrete sentito parlare di TikTok. Nato dall’unione tra le due piattaforme avvenuta il 2 agosto 2018, TikTok si è affermato in brevissimo tempo (e in 150 paesi) come il creatore di tendenze più influente

Al di là della percezione che si può avere dall’esterno, ovvero di un luogo virtuale frequentato solo da adolescenti, in scala globale TikTok è usato per il 50% da utenti al di sotto dei 34 anni, dei quali il 26% ha età compresa tra i 18 e i 24 (1). Questi dati dimostrano quindi che l’app cinese è, di fatto, una piattaforma transgenerazionale che coinvolge tanto i millennials (nati tra il 1980 e il 1994) quanto la generazione Z (nati tra il 1995 e il 2010). 

I contenuti che i TikTokers (gli utenti) creano sono diversi e non solo limitati ai balletti che l’hanno reso tanto famoso. Si possono infatti trovare artisti, fotografi, comici, lipsync, ma anche video educativi (l’hashtag #imparacontiktok nel momento in cui scriviamo raccoglie oltre 1,6 miliardi di video). Tali video vengono riproposti sulla homepage attraverso un algoritmo che profila le nostre preferenze e ci propone ciò che potrebbe interessarci.


Vediamo più da vicino che tipo di riflessione possiamo estrapolare in questo contesto.


Anzitutto è particolare notare come i creatori stessi dell’app rifiutino l’etichetta di “social network” mirando piuttosto a sviluppare una piattaforma più simile alla tv, ma fruibile ovunque. (2)

TikTok si pone oggi come un generatore di tendenze e lo fa non solo in un contesto sociale, ma anche (per citarne alcuni) musicale e d’acquisto. Ciò avviene perché l’applicazione “premia” la creazione di nuove tendenze e l’originalità nel ricrearle personalizzandole. Nonostante questo possa sembrare un meccanismo di omologazione in senso negativo, è significante notare anche come possa essere uno strumento per esprimere la propria personalità restando nel contesto “online” e per condividere diversi messaggi.

TikTok viene ad essere infatti anche un riflesso di quelli che sono i capisaldi delle generazioni millennials e Z, veicolando contenuti non solo allegri e divertenti, ma anche video che trattano tematiche quali la parità di genere, l’inclusività, l’abbattimento degli stereotipi, oltre a messaggi più forti come nella lotta contro la violenza e lo stupro. 

La viralità dei contenuti porta la riproduzione di un format che è alla base della piattaforma e per quanto questo possa sembrare spersonalizzante, in realtà non è altro che un adattamento “2.0” di ciò che Aristotele sosteneva in merito alla poesia:

«vale a dire l’innata predisposizione degli uomini all’imitazione e il piacere che tutti dalle imitazioni naturalmente ritraggono. Sia il piacere, sia l’inclinazione a imitare, sono poi connessi alla funzione cognitiva dell’imitazione: gli uomini sono portati a questa perché mediante l’imitazione acquisiscono conoscenze e dall’acquisizione di conoscenze ritraggono un piacere.» (3)

L’imitazione di un contenuto viene quindi a essere un trampolino di lancio verso la creazione di contenuti differenti nell’esperienza


Tuttavia, questa non vuole essere un’apologia di TikTok. 


Nonostante rifiuti determinate etichette, è bene ricordare che anch’esso rientra nella riflessione più ampia riguardante l’abbassamento della soglia di attenzione dovuta alla fruizione di contenuti sempre più brevi, immediati e veloci. Questo accade sia per la rapidità con cui i “tormentoni” vanno e vengono, sia per il timing di ripresa: tra i 15 e i 60 secondi. A tutto ciò si aggiunge il fatto che non si arriva mai a un “fine pagina”, ma lo scorrimento continuo dettato da una semplice strisciata del dito ci porta a cercare costantemente un nuovo contenuto che abbracci le nostre esigenze del momento.

Perché di momento si parla.

L’insaziabilità visiva è quindi il fil rouge di uno scorrimento perpetuo. Tale riflessione, che coinvolge anche la psicologia soprattutto per quanto riguarda i concetti di dipendenza e soddisfazione, meriterebbe certamente un approfondimento a parte. 

Il successo di TikTok quindi deriva da un insieme di diversi fattori che lo rendono vincente e tendono – per certi versi – a farlo uscire da quello che è il meccanismo dei social network, che nel corso degli anni ha imposto una facciata estetica dominante e una rigidità di posa, metaforica e fisica.


Come ogni strumento che abita il nostro secolo e le relazioni che intrecciamo con gli altri individui, è importante che esso venga compreso, studiato nelle sue potenzialità e nei suoi rischi ma soprattutto venga soppesato sempre come mezzo e mai come fine.





(1) https://www.aryanshirani.com/tiktok-statistiche/

(2) https://www.repubblica.it/spettacoli/musica/2020/05/18/news/cos_e_tiktok-256974774/

(3) Aristotele, Poetica, IV, 1448b 4-17, citato in Guida ad Aristotele a cura di Enrico Berti, Laterza, Roma, 2012, p. 230.