Il verde e il blu. Idee ingenue per migliorare la politica
Per creare una buona società dell’informazione è necessario che le politiche ambientaliste (il verde) e quelle digitali (il blu) si uniscano per supportare una politica non più del consumo, ma delle relazioni. È questa una delle prime affermazioni che si leggono nella prefazione di Il verde e il blu, il nuovo volume di Luciano Floridi edito da Raffaello Cortina Editore. Applicando l’idea della filosofia come design concettuale (già trattata nella teoria in Pensare l’infosfera che trovate recensito qui), Floridi sviluppa in venti capitoli il tema della comprensione della società dell’informazione e la sua possibile progettazione.
L’avvento del digitale ha trasformato profondamente la realtà in cui viviamo, tanto che possiamo parlare di una vera e propria rivoluzione, perché ha il potere di disegnare nuove strutture e sistemi, trasformando in maniera radicale la loro natura e il modo in cui li concepiamo.
Secondo Floridi, oggi viviamo nell’era del design, nella quale il digitale offre sempre più libertà nell’organizzare e creare le realtà in infiniti modi per risolvere problemi sia nuovi che vecchi. Tuttavia, queste nuove tecnologie possono trasformarsi dall’essere la soluzione all’essere il problema se non vengono adeguatamente regolate.
La sfida più importante della politica odierna è quindi quella di trovare un progetto umano globalmente condiviso, che deve essere sviluppato quanto prima per poter fronteggiare le sfide internazionali con le quali abbiamo già iniziato a scontrarci. Un progetto umano la cui base deve essere prima di tutto etica e solo in ultima istanza economica, dando la precedenza all’altruismo, all’ambientalismo e alle relazioni. Il primo passo da compiere è proprio il passaggio da un approccio cosale a uno relazionale, che implica pensare la politica non più come res publica – che pone quindi al centro le cose, i comportamenti e, in senso più generale l’economia – bensì come ratio publica, dove “ratio” è intesa non solo come ragione, ma anche e soprattutto come relazione.
Partendo da queste premesse, Floridi argomenta in maniera puntuale e divulgativa una serie di idee che egli stesso definisce “ingenue” e che dovrebbero migliorare la politica globale, attraverso alcuni dei grandi temi ormai diventati centrali nel dibattito filosofico e non solo: l’intelligenza artificiale, le fake news, i Big Data, le criptomonete, la privacy, ma anche il ruolo dell’istruzione per poter fermare l’avanzata del populismo.
Non manca infine una riflessione sulla pandemia di Covid-19 nella quale il filosofo mette in luce tre principali questioni: l’errore, commesso dai media che hanno ecceduto nelle informazioni sul virus creando caos e ostacolando la buona gestione delle stesse informazioni; l’opportunità di valorizzare l’e-learning e lo smartworking, ma senza dimenticare l’emergere della disparità sociale che si è venuta a creare tra coloro che hanno avuto gli strumenti per accedervi e quelli che non ne erano in possesso; il rischio che dal panico creatosi dai media segua l’euforia per le false speranze che potrebbero essere generate dalla scoperta di un vaccino.
Un’esperienza, quella accumulata durante la pandemia, che ci auguriamo possa essere la testimonianza che con i medesimi sforzi si potrebbero risolvere altre sfide globali come la crisi ecologica e l’ingiustizia sociale.
Luciano Floridi, Il verde e il blu, Milano, Raffaello Cortina Editore, 2020.
Grazie a Raffaello Cortina Editore!
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