Mary Jane Rubenstein, tra Dio e Multiversi

Fin dall’antichità si è sempre pensato al mondo come se si trattasse di una sorta di illusione, una finzione ad opera di una divinità sconosciuta. Numerosi filosofi hanno dibattuto su questo argomento. Tale concezione si ritiene sia solo una mera speculazione, ma non lo sarà ancora per molto tempo. Infatti, l’Artificial Life (1), un interessante ambito di studi che mette insieme la ricerca evoluzionista e l’informatica, afferma che tutta quanta la realtà in cui viviamo sia falsa o artificiale. Questo significherebbe che tutto ciò che esperiamo (sia a livello fisico che emotivo) sia il frutto di una simulazione creata da eventuali esseri ultra intelligenti, esistenti al di fuori della nostra realtà. 


Allora è spontaneo chiedersi: è possibile che stiamo vivendo in un mondo simulato?


Il libro edito da Edizioni Sonda Le avventure della Filosofia, di cui stiamo approfondendo il pensiero delle principali filosofe trattate, può rispondere a questo nostro interrogativo grazie alle riflessioni di una pensatrice americana, la quale crede che potremmo vivere in un «multiverso» (2).

Vediamo di cosa si tratta. Innanzitutto chiariamo che la filosofa sostenitrice di tale concezione si chiama Mary Jane Rubenstein. Rubenstein è docente di teologia, studi femministi, di genere e di sessualità e scienza nella società alla Wesleyan University di Middletown nel Connecticut, autrice di numerose pubblicazioni che ci offrono una visione completa e pluralistica del cosmo, regalandoci una rivalutazione del concetto di panteismo (3).

La studiosa difende il panteismo (4), considerato mostruoso e inaccettabile per la filosofia e per la teologia occidentale, poiché rifiuta la differenza fondamentale tra Dio e il mondo e di conseguenza nega tutte le altre opposizioni che ne derivano: luce contro tenebre, bene contro male, maschio contro femmina e soprattutto uomo contro ogni altro organismo vivente. Rubenstein, invece, riabilita l’antica accezione del panteismo che lo considerava una vera eresia e ne sostiene uno rinnovato. Il riesame di tale impostazione filosofica ci regala un’immagine plurima del cosmo, secondo la quale il nostro universo è solo uno dei tanti esistenti all’interno di altri spazi cosmici, dunque un multiverso tra i tanti coesistenti.

L’obiettivo della filosofa è quello di contrapporsi, attraverso il suo pensiero, alle tendenze totalitarie di alcune branche della filosofia, agli idealismi e alle teologie post-hegeliane.


Ma soprattutto, la studiosa americana, nella sua teoria del multiverso panteista, cerca di superare la diatriba tra teologia e scienza proponendo un modo nuovo di intendere il nostro Universo.


La teoria del multiverso, inteso come l’antitesi di Dio, è un argomento particolarmente intrigante. Tuttavia, per la pensatrice non è essenziale dimostrarne l’esistenza o trovare una soluzione definitiva a questo ancestrale enigma, piuttosto le preme sottolineare le nuove domande che una tale concezione pone alla scienza, alla religione e anche alla filosofia, tutte complicazioni che gli studiosi dovranno affrontare.

In una dimensione multidimensionale, che senso avrebbe Dio? E la creazione? L’uomo? Come spiegare in termini teologici e filosofici il multiverso? Sono questioni che ci permettono di comprendere come per Rubenstein l’ipotesi del multiverso richieda un approccio multidisciplinare all’origine e allo sviluppo del cosmo tra scienza e metafisica. Non è produttivo arrestarsi semplicemente alla contrapposizione tra Dio e multiverso perché, se interessati al futuro della scienza e della religione, bisogna dar vita a un dibattito più profondo. Così la filosofa americana afferma in un articolo pubblicato su «Nautilus» nel gennaio 2017: 

«Thinking about a pantheist multiverse prompts us to ask a host of psychological, ethical, philosophical, and even theological questions. They may be controversial, and they will certainly be unanswerable in any final sense. But for those who are interested in the history and future of science and religion, such questions should give rise to a far more productive conversation than the tiresome debate over the existence of a supernatural patriarch» (5). 

Trad. in nota

Le riflessioni sollevate da Rubenstein risultano di particolare interesse perché la teoria del multiverso, se pur molto dibattuta, oggi non è più semplice speculazione teorica.


Menti illustri come Stephen Hawking, fisico di fama mondiale deceduto nel marzo 2018, spiegano l’esistenza di altri universi avvalendosi della radiazione cosmica di fondo come strumento per misurare e dimostrare la presenza di universi paralleli. Si tratta di un’ipotesi affascinante ma pericolosa, al confine tra scienza e fantascienza.

Negli ultimi anni, infatti, proliferano produzioni che fanno dell’esistenza di altri universi il perno portante dell’intera trama, tra questi Coherence -Oltre lo spazio tempo (2013), Source Code (2011), la recente serie Dark prodotta da Netflix, in cui attraverso un wormhole – una sorta di cunicolo spazio-temporale che permetterebbe di viaggiare da un universo all’altro più velocemente di quanto impiegherebbe la luce –, i personaggi vengono catapultati in diverse dimensioni. Un confine tra scienza e fantascienza molto permeabile, che rischia di banalizzare teorie di un certo spessore scientifico, che portano con sé, come Rubenstein dimostra, domande etiche e religiose che toccano l’uomo nell’intimità. Alla filosofa, dunque, il merito di porre l’attenzione in modo inedito e originale su una questione complessa e dalle mille implicazioni.






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(1) https://www.lswn.it/robotica/robotica-darwinismo-e-il-comportamento-delle-macchine-intelligenti-artificial-life/
(2) Rubenstein M. J., Pantheologies. Gods, worlds, monsters., Columbia University Press, New York, 2018
(3)http://cosmos.nautil.us/short/91/cosmic-pantheism
(4) http://www.treccani.it/enciclopedia/panteismo_%28Dizionario-di-filosofia%29/ 
(5) http://cosmos.nautil.us/short/91/cosmic-pantheism
trad. “Pensare un multiverso panteista ci spinge a porci molte domande psicologiche, etiche, filosofiche e teologiche. Potranno essere controverse, e sarà certamente impossibile rispondere in maniera definitiva. Ma per coloro che sono interessati alla storia e al futuro di scienza e religione, questo genere di domande dovrebbero dare vita a una conversazione molto più produttiva dello stanco dibattito riguardo l’esistenza di un patriarca soprannaturale.”

BIBLIOGRAFIA:

https://www.lswn.it/robotica/robotica-darwinismo-e-il-comportamento-delle-macchine-intelligenti-artificial-life/.
http://cosmos.nautil.us/short/91/cosmic-pantheism.
Rubenstein M.J., Pantheologies. Gods, worlds, monsters, Columbia University Press, New York, 2018.
http://cosmos.nautil.us/short/91/cosmic-pantheism.

Immagine fornita da Edizioni Sonda