Margaret Cavendish: quando il genere scardina il genere
In genere, il momento storico in cui ha avuto inizio il processo di rivalutazione del soggetto femminile viene fatto coincidere con la nascita dei primi movimenti femministi tra la fine del XIX e l‘inizio del XX secolo. Tali movimenti furono fondamentali per portare alla luce il tema della rivalutazione della donna sul piano sociale e politico. Tuttavia, le critiche e le considerazioni intellettuali sullo status del soggetto femminile hanno sempre accompagnato il corso della storia, anche se per molto (forse troppo) tempo sono rimaste in sordina.
Le donne, insomma, non si sono svegliate tardi ma, più semplicemente, fino alla fine dell’Ottocento il sistema sociale e intellettuale patriarcale non ha concesso loro spazi di espressione significativi.
Di questa totale mancanza di espressione per le donne, se n’era già accorta Margaret Cavendish in pieno Seicento. Chi è Margaret Cavendish?
Se questa domanda fosse stata posta a qualche suo contemporaneo, probabilmente la risposta sarebbe stata: “Una donna un po’ stramba”. Ella faceva parte dell’alta società inglese ed era conosciuta, in primo luogo, per il suo cognome rinomato, preso dal marito (il famoso marchese di Newcastle, William Cavendish) e per la sua inusuale attitudine a voler scrivere di politica e filosofia, argomenti intoccabili per una donna del tempo, tanto da guadagnarsi il soprannome “Mad Madge” (1).
Margaret è un’autrice prolifica, che ha la possibilità di farsi conoscere e pubblicare grazie al potere e al volere del marito, un vero e proprio compagno di vita. Inizia con la scrittura di poesie d’amore, per poi spaziare verso i saggi filosofici e politici, dove esprime le sue idee e il suo sostegno rispetto alle teorie materialiste e hobbesiane, passando per la stesura di svariate opere teatrali.
Le idee filosofico-politiche che tratta Cavendish sono innumerevoli, ma va riconosciuta una grande importanza alle sue riflessioni rispetto alla società e alla politica, nelle quali emerge, con evidenza, il tema della differenza di genere e del ruolo della donna nella società.
Quest’ultimo aspetto è centrale in alcuni dei suoi saggi, come in Observations upon Experimental Philosophy (2), dove cerca di rivalutare il ruolo del soggetto femminile contrastando filosoficamente le teorie aristoteliche sull’inferiorità della donna (ancora le più accreditate nel XV secolo), così come nelle sue opere teatrali e letterarie, come nel caso di Bell in Campo (3). Proprio queste ultime, forse, costituiscono il veicolo più significativo della sua rivalutazione del soggetto femminile, in quanto Cavendish costruisce uno spazio, seppur poetico, in cui le protagoniste si guadagnano la possibilità di essere dei soggetti attivi al pari degli uomini.
Emblema di questo tentativo dell’autrice è, senza dubbio, il suo romanzo The Blazing World (4). La protagonista è una giovane donna, che, all’inizio del racconto, viene rapita da un mercante follemente innamorato di lei. L’uomo ha l’intento di portarla a casa con sé ma, durante il viaggio, la barca sulla quale si trovano i due subisce un naufragio che causa la morte del mercante. L’unica a salvarsi è proprio la protagonista che, misteriosamente, si addentra in un mondo fantastico dopo le peripezie vissute in mare. Qui incontra strani abitanti, che la conducono dal loro imperatore, il quale si innamora della giovane e, sposandola, la proclama nuova imperatrice del pianeta. Da questo momento la donna ha pieno potere sul regno e sui suoi abitanti, un potere che è legibus solutus.
In quest’opera si può considerare come, nel suo spazio poetico, Cavendish metta in luce quanto una donna possa essere autorevole, brillante e consapevole, proprio attraverso la stessa protagonista.
Ella dimostra le sue capacità politiche durante la guerra che si terrà alla fine del romanzo, dove la donna condurrà il suo regno alla vittoria, ma dimostra anche la sua saggezza attraverso le domande filosofiche che i suoi sudditi le pongono e alle quali lei offre sempre risposte attente e brillanti. Allo stesso tempo è l’autrice che, nel descrivere questo mondo fittizio, si crea uno spazio intellettuale dove potersi esprimere come scrittrice e filosofa, uno spazio dove può essere ciò che vuole essere, senza le limitazioni del reale.
Non finisce qui. L’autrice trova un’ulteriore via per riproporre lo scardinamento del modello femminile classico all’interno del suo romanzo, proprio attraverso il genere letterario che propone. The Blazing World può essere sicuramente considerata un’opera utopica, come affermano le autrici Jacquline Broad e Karen Green in A History of Women’s Political Thought in Europe (5), ma questa definizione è stata valutata, in parte, come limitante.
Risulta impossibile, infatti, non considerare come Cavendish, in questo testo, non offra semplicemente un ideale politico, ma cerchi piuttosto di scardinare il pensiero dicotomico tradizionale e profondamente radicato, in particolare in merito all’opposizione uomo-donna.
Proprio per questo motivo, la studiosa Nicole Pohl rifiuta di collocare l’opera di Cavendish unicamente nel genere utopico e sceglie un termine diverso: hermafroditical. Pohl in ‘Of Mixt Natures’: Questions of Genre in Margaret Cavendish’s The Blazing World, A Princely Brave Woman (6) decide di utilizzare questa parola perché crede che sia necessario sottolineare ciò che The Blazing World propone di unico rispetto alle opere utopiche classiche. L’ermafroditismo di cui tratta Pohl è riferito al modo in cui Cavendish decide di affrontare la stesura dell’opera. L’autrice, infatti, racchiude nello stesso testo generi letterari che allora erano assolutamente separati: la forma pare quella classica del romanzo, ma quest’opera, in realtà, è impregnata di aspetti fantastici, a tratti fantascientifici, con un’ampia parte che si può definire filosofica, dove la protagonista pone quesiti, per lo più scientifici, ai quali tenta di offrire una risposta.
Occorre sottolineare, infatti che The Blazing World è un breve romanzo che costituisce l’appendice di un saggio filosofico-scientifico di Cavendish: Observations upon Experimental Philosophy, dove l’autrice espone le sue idee in merito a diversi quesiti scientifici, criticando il modus operandi della scienza a lei contemporanea.
In particolare, la filosofa espone il suo dissenso nel costante ed eccessivo utilizzo di strumenti tecnologici nel condurre la ricerca scientifica, i quali producono immagini distorte dalla realtà e che, quindi, non possono essere considerate attendibili come frutto di osservazione diretta al’interno del processo scientifico.
Se Observations è un classico saggio di filosofia, The Blazing World è il tentativo di trasmettere la filosofia in maniera diversa, attraverso la forma del romanzo. Usando il termine “ermafroditismo”, Pohl vuole sottolineare come The Blazing World riesca a racchiudere in una stessa opera il romanzo e il saggio filosofico, operando, così, lo scardinamento del concetto tradizionale di genere letterario tipicamente maschile (il saggio impegnato) o tipicamente femminile (il romanzo frivolo). Allo stesso modo, avviene anche la destrutturazione del concetto tradizionale di genere riferito al sesso, secondo il quale sesso e genere coincidono, per cui il sesso con cui si nasce determina inesorabilmente il destino di un individuo, il modo in cui sarà educato, le sue aspirazioni e cosa potrà e non potrà fare (7).
Questo lo sa molto bene Cavendish, una donna acuta e da sempre interessata alla filosofia, le cui aspirazioni, però, non erano considerate “da donna”.
Il suo sesso di appartenenza, infatti, non le ha permesso di ritagliarsi un reale spazio nel mondo intellettuale del suo tempo, che era ad esclusivo appannaggio degli uomini. Ecco che, allora, l’autrice decide di creare uno spazio poetico autonomo, dove la protagonista diventa imperatrice assoluta di un intero mondo, dove la stessa Cavendish trova lo spazio intellettuale in cui esprimere le proprie idee filosofiche e dove finalmente la lettrice può avvicinarsi a esse.
Margaret Cavendish può essere considerata una vera pioniera del femminismo moderno in quanto è una delle prime autrici che inizia a valutare la possibilità che non esista alcuna relazione naturale tra il proprio sesso e il proprio comportamento. La donna, secondo l’autrice, è limitata sulla base di preconcetti artificiali, costruiti dalla società patriarcale, che la vuole sottomessa e passiva, ma che non corrispondono alla realtà. Tali riflessioni hanno trovato spazio di valutazione solo nelle più recenti autrici femministe, che stanno ancora riflettendo sulla spazio che occupa la donna nella nostra società.
(1) Whitaker K., Mad Madge. Margaret Cavendish, Duchess of Newcastle, Royalist, Writer and Romantic, Vintage, London 2004.
(2) Cavendish M., Observations upon Experimental Philosophy, Cambridge University Press, Cambridge 2003.
(3) Cavendish M., Bell in Campo and the Sociable Companions, ed. by A.G. Bennet, Broadview Press, Toronto, 2002.
(4) Cavendish M., The Description of a New World Called The Blazing World, Figgy Tree Publishers, s.l 2016.
(5) Broad J. and Green K., A History of Women’s Political Thought in Europe, 1400-1700, Cambridge University Press, Cambridge 2009.
(6) Pohl N., ‘Of Mixt Natures’: Questions of Genre in Margaret Cavendish’s The Blazing World, in S. Clucas (ed. by), A Princely Brave Woman, Ashgate, Aldershot 2003.
(7) Walters L., Margaret Cavendish. Gender, Science and Politics, Cambridge University Press, Cambridge 2017.
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