Muoviamo le montagne

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Muoviamo le montagne

«Noi guardiamo in avanti, guardiamo dietro di noi, e siamo tormentati da tutto ciò che non è.» (1)

Con questa citazione, tratta dalla poesia To a Skylark, Charlotte Gilman apre il prologo del suo romanzo Muoviamo le montagne. Gilman è un’autrice vittoriana americana, che opera tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento. Il suo romanzo viene pubblicato nel 1911 e oggi viene riproposto per la prima volta in italiano, grazie alle Edizioni Le Plurali. 

Gilman è una delle tante autrici dimenticate dalla storia della filosofia e della letteratura, tradizionalmente costellata da uomini, le cui riflessioni costituiscono basi teoriche importanti e significative per provare a ricostruire una storia del pensiero che possa includere finalmente anche le donne e la loro prospettiva.


Muoviamo le montagne è la scelta perfetta per portare avanti questa operazione; l’opera racchiude, infatti, idee che definiremmo progressiste perfino oggi, poste all’interno di una cornice profondamente femminista.


Il romanzo è ambientato in un mondo utopico e ha come protagonista John, un uomo benestante americano che all’inizio del Novecento si perde sul Tibet durante una spedizione di cui fa parte. Dopo ben trent’anni, Nelly, la sorella, riesce a ritrovarlo e lo riporta in America, ma il mondo in cui John era cresciuto sembra totalmente diverso. In questo nuovo mondo le donne hanno cambiato il proprio ruolo nella società, hanno sovvertito la situazione di passività e subordinazione nella quale erano relegate e hanno preso in mano le redini della società, rendendola più giusta ed equa. Grazie alle donne di questo mondo fittizio, Gilman fa vivere le sue idee profondamente rivoluzionarie: le donne hanno finalmente gli stessi diritti degli uomini, possono realizzarsi professionalmente diventando professioniste di ogni tipo.


Un altro tema, ancora estremamente attuale, è quello della maternità: nel mondo di Gilman le donne vivono la maternità come una grande opportunità personale, ma anche come grande fonte di potere e non più come limite.


La società, infatti, si adopera per fare in modo che la donna abbia spazio per la propria carriera, per i propri figli e anche per la propria vita personale, per fare vivere a tutti i componenti della famiglia i propri spazi e i propri bisogni, in un’ottica di sviluppo sia sociale che individuale. Le idee di Gilman, inoltre, non si limitano al progressismo femminista, ma anche a quello ecologico e ambientale, mettendo in luce idee incredibilmente moderne: gli uomini e le donne hanno capito l’importanza della salvaguardia dell’ambiente e hanno costruito una società del tutto ecosostenibile, dove il consumo di carne è limitato e sostituito da elementi vegetali e gli abitanti utilizzano mezzi funzionanti grazie all’energia elettrica.

Il romanzo di Gilman si colloca all’interno della tradizione del genere utopico, grazie al quale l’autrice esprime la sua visione ideale di una società giusta dove, però, non mancano le ambiguità. Gilman, pur con le sue idee profondamente evolute, è un’autrice figlia del suo tempo, che non manca di esprimere la sua predisposizione verso l’eugenetica, che a quanto pare viene utilizzata nel mondo utopico da lei realizzato per eliminare le imperfezioni umane.


Nonostante le opinabilità che presenta l’opera, Gilman risulta un’autrice profondamente innovativa per il suo tempo, seppur poco conosciuta.


La sua mancanza di notorietà ci fa riflettere rispetto allo scarso ruolo che le donne hanno giocato in ogni ambito della cultura: Gilman è l’esempio lampante del fatto che le donne, sebbene in condizioni di disparità rispetto agli uomini, hanno da sempre lasciato il proprio contributo nel corso della storia, che è stato, tuttavia, sempre oscurato dalla società patriarcale. Se le stesse idee di Gilman fossero state espresse da un uomo sarebbero state considerate diversamente? La risposta è sicuramente sì.



Charlotte Perkins Gilman, Muoviamo le montagne, Le Plurali, Roma, 2021.

Grazie a Le Plurali!



1) Percy Bysshe Shelley, To a Skylark.