Prendersi cura

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Prima di addentrarci in Prendersi cura, è importante fare alcune premesse: la prima è che questo è un saggio. Un saggio che in quanto tale richiede l’utilizzo di un linguaggio estremamente tecnico e per addettə ai lavori. La seconda è che, per l’incredibile quantità di riferimenti a citazioni ad altrə autorə e testi, è necessario spesso fermarsi a rileggerne alcuni passaggi.

Quindi: se pensate di portarvi questo libro sotto l’ombrellone per sfogliarne le pagine in modo distratto mentre chiacchierate con unə amicə – lasciate perdere, rischiereste di trovarvi a metà volume persə e confusə.

Fatte queste premesse – doverose vista la portata del saggio – è chiaro che qui ci si trovi di fronte a un testo complesso e articolato, ricco e colto.

Lo studio di Stan Marc van Hooft, originario dei Paesi Bassi ma formatosi in Australia, è estremamente interessante soprattutto per la quantità di fonti e di analisi messe assieme.

Come scrive Francesco Miano nella prefazione:

«La traduzione italiana di Caring: an Essay in the Philosophy of Ethics di Stan Marc van Hooft rappresenta una preziosa opportunità per discutere di rilevanti tematiche dell’etica contemporanea, nodi del dibattito attuale affrontati analiticamente e criticamente dall’autore. […] Egli si dedica così a sviluppare un’originale forma di etica delle virtù di cui il presente volume Prendersi cura. Saggio sull’etica appare una testimonianza decisiva.» (1)

Senza sicuramente svelare troppo del lavoro dell’autore (che sarebbe anche difficile da riassumere in un modo consono al linguaggio di questo spazio), possiamo dire però che «la parola cura può essere usata in molti modi, uno dei quali è descrivere il comportamento»(2), e proprio per questo abbiamo una grande necessità filosofica: quella di stabilire dei confini, di partire dalla comprensione di questa parola per tracciarne i confini – ripensando anche al nostro essere umanə. 

«Oggi la parola cura ha molti usi e significati. Siamo sollecitati a prenderci cura dei vicini, della famiglia e di noi stessi. Siamo esortati a prenderci cura dell’ambiente, della pace e della giustizia sociale e una critica significativa che può essere rivolta verso qualcuno è dire che non si preoccupa delle cose che contano o che non si prende cura di nulla. La cura è anche un’attività professionale per gli operatori sanitari, gli insegnanti, gli assistenti sociali. La cura è citata dalle femministe in opposizione al dovere come base per l’etica. E l’espressione prendersi cura  è usata per descrivere le relazioni di amici e innamorati. C’è un filo comune che mette insieme questi usi?» (3)

Con questo grande interrogativo si apre il secondo capitolo e quindi anche la strada verso il cuore vivo della faccenda.

Per capire meglio la domanda e anche lo sviluppo di tante risposte che si possono trovare, basterà seguirne il sentiero tra le pagine di questo saggio. 

Buona lettura.

Grazie Orthotes Editrice!

Stan van Hooft, Prendersi cura. Saggio sull’etica, trad. ita Claudia Colucci, Antonio Russolillo, Antonio Scoppettuolo, Orthotes Editrice, 2022, Napoli.

  1. Ivi, p.5;
  2. Ivi, p.30;
  3. Ivi, p.75.