Severance: l’alienazione marxista nell’era dei progressi biomedici

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Severance


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A chiusura del X libro della Repubblica Platone inserisce un mito di straordinaria importanza per comprendere la sua filosofia: il mito di Er, un valoroso soldato a cui viene data l’opportunità di scoprire il destino delle anime nell’Aldilà. Dopo la morte, le anime decidono in quale vita reincarnarsi sulla base di varie possibilità offerte dalle Moire. La reincarnazione non è presentata come un naturale processo karmico, ma come conseguenza di una libera scelta basata sulle «abitudini contratte nella vita precedente» (1). Ad esempio, Odisseo ha vissuto una vita travagliata e, memore di questo, sceglie un’esistenza tranquilla, quella di un privato cittadino poco avventuroso.


In questo modo Platone ci invita a riflettere sul fatto che la memoria è uno strumento preziosissimo per determinare chi siamo (e chi saremo).


Non a caso, l’apice della gnoseologia platonica è il processo dell’anamnesi (da anàmnesis “ricordo”) che consente all’individuo di scoprire l’esistenza delle idee eterne, partendo dallo stimolo fornito dalla conoscenza sensibile.     

Di conseguenza, è innegabile il valore epistemico della memoria e non solo per quanto concerne l’esistenza del singolo. Oggi la storia viene studiata tramite l’ausilio di ogni tipo di testimonianza, dalle più comuni fonti archeologiche alle leggende prive di oggettività scientifica. Ogni testimonianza, anche se distorta dal pregiudizio, costituisce uno spaccato del passato in grado di rivelare qualcosa: in cosa credeva e cosa voleva tramandare l’umanità in un certo periodo. Non a caso siamo circondati da monumenti, musei, biblioteche, testimonianze inorganiche che permettono di sapere ciò che è accaduto anche a mille anni di distanza. Questi luoghi sono la prova dell’importanza che l’uomo attribuisce alla memoria non solo per la sua vita personale, ma anche per lasciare traccia di sé ai posteri.


Ma cosa succede se la memoria viene meno? Se l’individuo non può accedere ai ricordi del suo passato o se la società non conosce la storia che ha determinato il suo sviluppo?


Severance, la serie Apple diretta da Ben Stiller e Dan Erickson, vuole indagare questo tipo di problematica. La Lumos è una potente azienda che impone ai suoi collaboratori la scissione, un intervento chirurgico il cui scopo è appunto quello di scindere la memoria: dalle 9 alle 17 ogni dipendente della Lumos dimentica completamente chi sia e cosa faccia fuori dall’ufficio e acquisisce nuovamente consapevolezza della sua identità quando timbra il cartellino in uscita, non serbando alcun ricordo di quello che è successo nelle otto ore lavorative.

In questo modo, una sofisticata tecnologia biomedica è riuscita a portare il processo di alienazione a un livello estremo e spaventoso: il dipendente della Lumos è chiamato “interno” e vive in funzione del suo esterno (quello che arriva tutti i giorni puntuale a lavoro). La condizione degli interni è di sub umanità: non esistono al di fuori dell’inquietante ufficio in cui sono confinati, non sanno nulla della loro vita extra lavorativa e non possono scegliere di andare via a meno che non ricevano il consenso del loro esterno.

Paradossalmente, gli interni e gli esterni sono la stessa persona che vive due vite diverse in tempi diversi. L’interno rappresenta un mezzo per condurre un’esistenza più leggera, non gravata dal peso del lavoro o, come nel caso del protagonista Mark, dai ricordi dolorosi.


La scissione concretizza l’alienazione ben descritta da Marx nei Manoscritti economico-filosofici: verso il prodotto, verso la produzione, verso se stesso e verso il prossimo (2). 


In Severance gli interni fanno un lavoro incomprensibile di cui non capiscono il senso, non hanno possibilità di relazionarsi con i colleghi di altri reparti e di base sono estraniati da se stessi, come naturale conseguenza della scissione che sottrae loro i ricordi. Infatti, l’identità si costituisce a partire dalla molteplicità di situazioni che ogni persona vive: il luogo in cui nasce, le amicizie, la città in cui abita. Il lavoro è un importante elemento per definirci, dato che rappresenta una consistente porzione di giornata in cui interagiamo con le persone (i colleghi), occupiamo uno spazio preciso (l’ufficio oppure un altro luogo di lavoro) e, banalmente, facciamo qualcosa. 

Defraudare l’individuo di questi ricordi (il lavoro nel caso degli esterni e la vita fuori dal lavoro nel caso degli interni) ha incalcolabili ricadute nel definire la sua personalità, perché gli impedisce di avere una visione organica e continua della propria vita. La sigla di Severance è perfetta per capirlo: sia a casa che a lavoro Mark è continuamente perseguitato dal suo alter ego, un’ombra nera da cui non può in alcun modo separarsi. I due Mark, l’interno e l’esterno, non si incontrano, non si conoscono, eppure sono la stessa persona: se uno si ferisce l’altro ne porterà i segni anche senza serbarne il ricordo. 


Ma è davvero un bene ignorare i come e i perché delle cose che ci accadono?


Mark si sottopone alla scissione per dimenticarsi di un evento passato che lo fa soffrire ancora moltissimo. Addirittura si prospetta l’ipotesi di utilizzare la scissione non soltanto come prassi aziendale obbligatoria, ma per cancellare ricordi traumatici di varia natura. Da un lato, alleviare la sofferenza sembra una prospettiva allettante, ma dall’altro viene da chiedersi che senso abbia farlo se nel contempo si perde consapevolezza di se stessi. Se gli interni ricordassero ciò che gli esterni hanno scelto di dimenticare, cosa farebbero?

Dylan, collega di Mark, inizialmente si presenta come il dipendente ideale: fa poche domande e lavora tanto per ricevere piccoli incentivi aziendali. Tuttavia, quando accidentalmente scopre importanti informazioni sul suo esterno, si unisce ai suoi colleghi contro la Lumos; perfino il dipendente più mansueto infrange le regole per scoprire chi è davvero. Infatti, se anche la sua vita si rivelasse una delusione o tremendamente triste, sarebbe senz’altro meglio dell’esistenza alienante all’interno dell’ufficio.


L’identità si struttura anche a partire dalla sofferenza, dai rimpianti e da tutte le esperienze negative che forgiano la nostra personalità e di cui è importante serbare memoria per realizzare chi siamo e cosa vogliamo diventare.






(1) Platone, Opere, vol. II, Laterza, Bari, 1967, [620 a].

(2) Karl Marx, Manoscritti economico-filosofici del 1844, tr. it. di N. Bobbio, Giulio Einaudi Editore, Milano, 1976, pp. 69 e ss.

L’immagine di copertina è un’immagine ufficiale di Severance. Il copyright della suddetta è pertanto di proprietà del distributore della serie, il produttore o l’artista. L’immagine è stata utilizzata per identificare il contesto di commento del lavoro e non esula da tale scopo – nessun provento economico è stato realizzato dall’utilizzo di questa immagine. / This is an official image for Severance. The image art copyright is believed to belong to the distributor of the series, the publisher of the series or the graphic artist. The image is used for identification in the context of critical commentary of the work, product or service for which it serves as image art. It makes a significant contribution to the user’s understanding of the article, which could not practically be conveyed by words alone.