Manifesto per una Beloved Community

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Parlare di amore nella contemporaneità è sempre più complesso, perché si tratta di un concetto che è al centro di una contraddizione.

Da una parte film, libri e pubblicità ci mettono di fronte a una visione romantica e melliflua dell’amore e, dunque, rendono il nostro immaginario infarcito di quest’idea fasulla; dall’altra la società è cinica verso questo sentimento ritenendolo inutile, quasi fosse un’illusione e una fantasia destinata solo ai ragazzi, e quindi lo valuta come qualcosa per cui non vale la pena sprecare tempo.

Questa seconda accezione è il risultato dell’individualismo capitalista che pone il focus sull’individualità e sul combattere, da soli, per raggiungere gli obiettivi prefissati.

Siamo sempre più concentratə su noi stessə e abbiamo un solo imperativo: impiegare più tempo possibile nelle nostre attività produttive.

Possiamo capire che, a causa di ciò, il tempo che rimane per le relazioni è ben poco e spesso viene percepito come “tempo sprecato” in quanto non “produttivo” nell’accezione convenzionale del termine.

Il nostro compito è, in una società contemporanea così costituita in cui le relazioni si basano, e devono farlo, sullo scambio e sull’utilità, dare spazio a un amore che possa essere rivolto sia verso i singoli che, soprattutto, verso la comunità. 

Per parlare di amore dobbiamo prima fare una breve parentesi sulla storia di questo sentimento che è sempre stato al centro delle riflessioni umane, come dimostrato da tutte le forme d’arte.

Precisamente nella storia di questo concetto troviamo sei ideologie.

Ce ne parla il sociologo canadese John Alan Lee in Colours of Love: An Exploration of the Ways of Loving, opera del 1973. Soffermiamoci in breve su ciascuna delle ideologie: eros, ludos, storge, agape, pragma e mania.

Le prime tre ideologie di amore fanno parte di una triade di base che deriva dalla tradizione greca. Le ultime tre, invece, sono dovute all’unione tra le prime. 

La prima tipologia è eros, l’amore a prima vista che si fonda sulla bellezza fisica e su un ideale estetico e che mira a soddisfare i sensi, anche in un lungo periodo (non coincide, dunque, con una relazione che si risolva solamente nell’atto sessuale). Platone, nel Simposio (1), fa pronunciare a Socrate un discorso che si focalizza proprio su Eros e che, riprendendo la visione di Diotima dell’amore, racconta un sentimento che non solo desidera la bellezza ma la vuole anche generare. 

Troviamo poi ludos in cui, come il termine greco stesso indica, il rapporto è un gioco: si cercano divertimento, legami poco stabili, strategie per conquistare l’altra persona ma sempre in una visione a breve termine a causa del timore della noia che deriva da stabilità e lunga durata delle relazioni. 

Storge, invece, è l’amore come amicizia, basato sull’empatia verso l’altro. 

Mania, unione di eros e ludos, si basa sul controllo e sull’ossessione: chi prova questo sentimento considera se stessə l’Altro della coppia perché focalizzato sulla persona amata. 

Pragma, fusione di ludos e storge, è basato sulla convenienza quindi l’altra persona deve rispettare un’aspettativa qualitativa, un tenore di vita e una posizione nella società. 

Infine, agape è l’ideologia cardine della società moderna in quanto basata su famiglia e matrimonio. 

Aver parlato delle sei ideologie dell’amore è stato necessario perché ci permette di capire le caratteristiche dell’amore verso la comunità, che dovrebbe essere al centro della nostra società. 

Jennifer Guerra, ne Il capitale amoroso. Manifesto per un eros politico e rivoluzionario (2), propone un’idea di amore come comunità partendo dalla figura di Martin Luther King, teorico e pratico della nonviolenza. L’amore di King è agape, amore disinteressato e pubblico che non si limita alla sfera privata ma tende verso tutta la società.

Questa è un’idea di amore che egli ha maturato nel corso di tanti anni, focalizzandosi soprattutto sullo studio e l’approfondimento dell’etica religiosa e della filosofia personalista.

Dalla prima recupera l’idea di una giustizia sociale che deve essere praticata verso tutti gli uomini; dalla seconda l’importanza della natura morale del singolo individuo e, dunque, di tutte le sue azioni e i suoi comportamenti. 

La teologa Karen V. Guth in Reconstructing Nonviolence: The Political Theology of Martin Luther King Jr. after Feminism and Womanism (3) sottolinea come ci siano punti in comune tra la teologia dell’amore di King e l’amore secondo il femminismo. 

Troviamo in entrambi i casi un’esaltazione dell’amore di sé, della somebodiness, ovvero della consapevolezza di essere qualcunə e non essere invisibili nella società. Grazie a questa si pone ancora più attenzione verso le proprie azioni. 

Secondo elemento è la presenza, accanto all’agape verso la società, di storge ed eros: le vite sono, infatti, interdipendenti e c’è una reciprocità tra di loro che non possiamo negare e non rispettare. Queste le parole di King in L’uomo stolto:


«Ogni vita è letteralmente interdipendente. Tutti noi siamo presi in un’ineludibile rete di reciprocità, legati da un unico destino. Ciò che riguarda direttamente uno riguarda indirettamente tutti.» (4)

Infine, terzo elemento è la capacità dell’amore di costruire una comunità.

In Outlaw Culture. Resisting Representation (5), bell hooks spiega che, per quanto possiamo essere sensibili all’ingiustizia, ci concentriamo sempre più su ciò che ci colpisce in prima persona.

Le cause delle altre persone, dato che il nostro obiettivo primario è vincere le nostre battaglie, vengono spesso da noi ignorate o ritenute ostacoli.

Secondo bell hooks, il vero cambiamento si avrà quando si passerà da un voler alleviare le proprie sofferenza a un’etica di amore inteso come prendersi cura dell’altrə e riconoscere di avere delle responsabilità nei suoi confronti. L’amore di cui stiamo parlando è, ovviamente, concreto e non un esercizio intellettuale, è una scelta che richiede azioni effettive. 

La beloved community, di cui parlava Martin Luther King e in cui noi crediamo per un’esistenza collettiva migliore, si basa sulle individualità e sull’accettazione e accoglienza di queste.

Dobbiamo fare attenzione, però, a non curarci e preoccuparci soltanto delle individualità a noi simili, bensì di tutte così da giungere a una cultura senza dominio in cui ci si interessa della felicità di chiunque, anche di chi prova sofferenze diverse dalla nostra e deve combattere contro altre ingiustizie. 

  1. Platone, Simposio, trad. it. di Giovanni Reale, Milano, Bompiani Testi a fronte, 209a-212c.
  1. Jennifer Guerra, Il capitale amoroso. Manifesto per un eros politico e rivoluzionario, Milano, Bompiani Munizioni, 2021, cap. I, IV.
  1. Karen V. Guth, Reconstructing Nonviolence: The Political Theology of Martin Luther King Jr. after Feminism and Womanism, in Journal of the Society of Christian Ethics, 32, 1, 2021, p. 77.
  1. Martin Luther King, Un dono d’amore. Sermoni da “La forza di amare e altri discorsi” trad. it. di Francesca Cosi e Alessandra Repossi, Milano, Edizioni Terra Santa, 2018.
  1. bell hooks, Outlaw Culture. Resisting Representation [1994], New York, Routledge, 2006.

BIBLIOGRAFIA

John Alan Lee, Colours of Love: An Exploration of the Ways of Loving, 1973.

Platone, Simposio, trad. it. di Giovanni Reale, Milano, Bompiani Testi a fronte, 209a-212c.

Jennifer Guerra, Il capitale amoroso. Manifesto per un eros politico e rivoluzionario, Milano, Bompiani Munizioni, 2021, cap. I, IV.

Karen V. Guth, Reconstructing Nonviolence: The Political Theology of Martin Luther King Jr. after Feminism and Womanism, in Journal of the Society of Christian Ethics, 32, 1, 2021, p. 77.

Martin Luther King, Un dono d’amore. Sermoni da “La forza di amare e altri discorsi” trad. it. di Francesca Cosi e Alessandra Repossi, Milano, Edizioni Terra Santa, 2018.

bell hooks, Outlaw Culture. Resisting Representation [1994], New York, Routledge, 2006.