Filosofia e educazione

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classe.jpgSempre più spesso si sente parlare dei problemi inerenti al mondo dell’educazione: riduzione delle ore delle materie umanistiche nei licei, aumento della specializzazione meccanica e abolizione delle ore di filosofia, per far spazio a materie “più utili” in grado di portare a una qualificazione precisa che potrà permettere un più facile accesso al mondo del lavoro. La “crisi silenziosa”, come viene chiamata dalla filosofa americana Martha Nussbaum, che colpisce la nostra realtà fa proprio riferimento a questo impoverimento culturale dell’uomo che si traduce in una crisi dell’educazione. La necessità di cambiare le regole improntate sullo sviluppo del PIL pro capite e analizzare la ricchezza di un paese analizzando solo il reddito o la ricchezza dei singoli è un obiettivo etico comune a molti pensatori, in particolare a Martha Nussbaum che propone tre capacità essenziali per risolvere questo problema: la capacità di giudicare criticamente se stessi, le proprie tradizioni, per vivere quella che potremmo chiamare, con Socrate, una vita esaminata. Ciò significa mettere in gioco tutte le credenze e accettare solo quelle che resistono alle richieste di coerenza razionale. Per poter esercitare questa capacità è necessario saper ragionare correttamente e verificare la coerenza del ragionamento, l’esattezza e l’accuratezza di ciò che si legge e si scrive.

In secondo luogo, i cittadini che coltivano la propria umanità devono concepire se stessi non solo come membri di una nazione o di un gruppo, ma anche, e soprattutto, come esseri umani legati ad altri esseri umani. Coltivare l’umanità in un mondo complesso e interdipendente significa comprendere come i bisogni e gli scopi comuni vengono realizzati in modo diverso da circostanze diverse.

Il terzo requisito, che è strettamente legato a primi due, si definisce come empatia, ossia la capacità di immaginarsi nei panni di un’altra persona per capire la sua storia personale, di intuire le sue emozioni, i suoi desideri e le sue speranze.

Questi principi elencati sono squisitamente filosofici e toccano direttamente la nostra realtà di cittadini del mondo, portati tutti i giorni a vivere con la pluralità, la diversità e la necessità di compiere delle scelte importanti, non solo per noi, ma che coinvolgono anche la comunità nella quale viviamo, che ha bisogno di ritrovare quelle caratteristiche che l’educazione umanistica e la filosofia propongono: creatività, gioco, arte, musica, letteratura. Filosofia ed educazione si intrecciano verso un comune obiettivo: educare a un approccio maggiormente filosofico della realtà, ossia proporre una nuova appartenenza culturale, un’identità che si radichi nella propria storia e che si possa aprire a un progetto culturale realisticamente perseguibile, proteso a realizzare una solidarietà intellettuale e morale dell’umanità capace di far sviluppare le capacità dell’individuo che si traducono in benessere per la società intera.

Socrate parla ai giovani per risvegliare la loro coscienza e favorire la loro formazione umana, prima di quella di cittadini, che esige un risveglio dell’io (e lo darà il maestro che agisce come una torpedine), un rientrare in- sé -stessi (il «conosci te stesso», motto di Apollo ripreso con forza da Socrate), il partorire la propria interiorità (la maieutica, arte della levatrice e di Socrate) e nutrirla di eros risalendo all’amore dei corpi e delle idee. L’obiettivo è quello di formare un cittadino responsabile, ma soprattutto un soggetto portatore di vita interiore.

Educazione come medicina sociale, secondo Dewey, rappresentata come metodo di trasmissione principale della conoscenza attraverso abitudini, tradizioni e racconti. Tutto al fine di spingere gli individui a muoversi verso la conoscenza del mondo per agire con libertà. Non è forse il medesimo punto di partenza della filosofia? Il termine philosophia significa amore per la conoscenza e la saggezza che spinge gli uomini a conoscere. Ma educare a un approccio filosofico non significa semplicemente spingere gli uomini al ragionamento: significa dotarli di libertà di scelta. È solo attraverso la conoscenza, un’educazione etica e lo sviluppo delle capacità dell’individuo che si potrà avere la speranza di crescere futuri cittadini consapevoli, artefici del loro destino e della propria libertà per gettare le basi per costruire un mondo migliore, più ricco e incentrato su ciò che rende effettivamente l’uomo ricco: un’anima viva, nutrita e portatrice di novità nella realtà.