C’è una galassia di tematiche che è particolarmente presente nel dibattito contemporaneo (sociale, politico, culturale) ma, al tempo stesso, è spesso oggetto di fraintendimenti, confusione, ignoranza. Si tratta delle questioni relative a orientamento sessuale, identità di genere e sesso (spesso chiamato anche “sesso biologico”).
La discussione attorno a questi argomenti di frequente è caotica e nebulosa, specialmente se avviene coinvolgendo persone che non sono informate in materia e che esprimono pareri dettati dall’istinto, il sentimento o posizioni ideologiche aprioristiche. Questo stato delle cose è problematico non soltanto per la tossicità della discussione, ma anche perché ogni dibattito sano e intellettualmente onesto si basa sul presupposto che tutte le parti in campo, qualsiasi sia il loro punto di vista, abbiano per lo meno le idee chiare su cosa sia l’oggetto del contendere. Insomma, perché si possa davvero discutere di qualcosa, a prescindere dalla tesi che si vuole sostenere, bisogna comprendere di cosa si sta parlando.
Fare divulgazione sulle questioni di genere in un modo che sia al tempo stesso accessibile a chi non è addettə ai lavori e capace di restituire la complessità di questo universo di esperienze e tematiche non è per nulla semplice. Questioni di un certo genere (edito da Iperborea in collaborazione con il Post), il secondo numero di Cose spiegate bene (1), raccoglie questa sfida e si muove con particolare equilibrio nel trattare tematiche così complesse senza cedere alla tentazione di usare un linguaggio semplicistico o dal tono manualistico.
Il risultato è un libro chiaro e piacevole, che offre molti interessanti spunti di riflessione e dà voce a una molteplicità di identità che, a vario titolo, hanno qualcosa di interessante da dire sulle questioni relative al genere.
La ricchezza delle voci, a partire daə autorə (Pietro Cabrio, Marta Impedovo, Ludovica Lugli, Antonio Russo e Giulia Siviero) e proseguendo con le voci che partecipano con contributi individuali (Arianna Cavallo, Fumettibrutti, Vera Gheno, Gianmarco Negri, Diego Passoni e Massimo Prearo), è sicuramente un punto di forza di questo volume, e la discrezione con cui ognuna di queste persone interviene evita quel “effetto guru” che a volte si crea quando ci si rapporta a chi è cultore di una materia.
La rivista si propone, lo leggiamo sulla copertina, come «una guida per saperne di più e parlarne meglio» e alla prova dei fatti si dimostra all’altezza di questo compito. La consultazione è immediata e semplice, facilitata dalla veste grafica e dall’uso di tabelle, glossari e grafici che, lontani dal risultare invasivi o freddi, aiutano chi legge a orientarsi facilmente e fare il punto sulle cose appena lette. Il testo è poi consultabile sia attraverso una lettura progressiva (dall’inizio alla fine), sia leggendo o rileggendo alcune parti, grazie alla struttura tipica delle riviste, dove gli articoli acquistano senso tutti assieme ma sono anche in una certa misura indipendenti gli uni dagli altri.
La sensazione che si prova leggendo questo secondo numero di Cose spiegate bene è di aver trovato un alleato per comprendere questioni complesse che, pur non dando mai nulla per scontato, non si rapporta a chi legge con superiorità.
Siamo insomma davanti a un esempio di divulgazione fatta bene, che non è incompleta pur non pretendendo di essere esaustiva (2) e non assume un atteggiamento paternalistico o accondiscendente nei confronti del pubblico. Chi legge è trattatə come un essere pensante, una persona genuinamente curiosa e interessata alle tematiche del libro che viene invitata a scoprire di più a riguardo senza mai sentirsi giudicata per la propria ignoranza.
Si tratta in molti modi di una guida pratica (al linguaggio ad esempio, che è certamente uno degli argomenti fondamentali del libro) ma anche di un volume capace di fare il punto sullo stato dell’arte rispetto a molte questioni per fornire a chi legge gli strumenti essenziali per partecipare in modo più consapevole al dibattito. Non è un libro militante, anche se molte delle voci che ospita lo sono, ma un testo che lascia spazio allə lettorə per farsi molte domande e trovare autonomamente le risposte.
Una guida introduttiva dunque, ma non certo un testo superficiale. Le questioni affrontate lo sono nel profondo, non ci si sottrae alla loro evidente complessità e non si cercano scorciatoie concettuali per fornire formule preconfezionate a chi legge.
Queste caratteristiche rendono la lettura di Questioni di un certo genere piacevole e interessante anche per chi già mastica questi temi e scoprirà di non trovarsi davanti a un volume banale o banalizzante, ma a un ottimo strumento per fare e rifare il punto su tanti argomenti legati a identità di genere e orientamento sessuale.
A.A.V.V., Cose spiegate bene. Questioni di un certo genere, Iperborea, Milano, 2021.
Grazie a Iperborea!
(1) Cose spiegate bene è la rivista cartacea del Post. Il primo numero, uscito nel giugno 2021, è A proposito di libri.
(2) Nessun libro può pretende di essere l’alfa e l’omega riguardo a tematiche così complesse, per di più in continua evoluzione, e Questioni di un certo genere si propone di fornire a chi legge una visione il più possibile chiara e multi sfaccettata delle tematiche affrontate, senza pretendere di dire l’ultima parola su alcuna di esse.
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