Introduzione ai femminismi

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Le dimensioni contenute del volume corale Introduzione ai femminismi, a cura di Anna Curcio, possono trarre in inganno. Chi lo sfoglia si trova tra le mani un piccolo libro (almeno dal punto di vista del numero di pagine) che si prefigge un grande obiettivo: raccogliere la complessità storica, filosofica e polifonica della tradizione femminista dalla seconda ondata ad oggi e consegnarla nelle nostre mani, in una composizione a più voci capace di farci percorrere nello spazio di 102 pagine anni di storia, di lotta, di rivendicazioni e di traguardi femministi.


L’obiettivo è quello di raccogliere in un vademecum tematiche e approcci che hanno ancora molto da dire al femminismo odierno, che rischia a volte di perdere il contatto con la propria tradizione e di rigettare o ignorare questioni che sono ancora irrisolte.


Il metodo è una serie di saggi che pongono al centro dell’attenzione alcune tematiche o prospettive femministe rilevanti.

Anna Curcio inaugura il volume con un excursus dedicato al femminismo marxista della rottura. Prendendo le mosse dalla riflessione collettiva di Potere femminile, Curcio analizza la tradizione di femminismo marxista in Italia e sul piano transnazionale, toccando da un lato tematiche più teoriche come il difficile rapporto con Marx stesso, dall’altro temi “pratici” ancora attualissimi come il lavoro domestico, il suo valore produttivo e la sua retribuzione.

Il contributo di Marie Moïse si focalizza sul femminismo nero. Gli spunti sono moltissimi, basti pensare a quanto del femminismo mainstream odierno sia per la maggior parte bianco o caratterizzato dalla rappresentazione di donne bianche della classe media, ignorando quasi del tutto le istanze delle identità che non sono portatrici di queste caratteristiche.


Illuminante a riguardo risulta l’analisi del concetto di intersezionalità e della soppressione della femminilità nera, anche da parte degli uomini di colore.


Federica Giardini approfondisce il pensiero della differenza sessuale e presenta un approccio critico tanto a questo quanto al tema dell’inclusione. Quest’ultimo aspetto è di particolare interesse per il dibattito femminista contemporaneo, che invece è per lo più improntato sul dogma che l’inclusione sia di per sé un obiettivo desiderabile, e che presenta diverse criticità in merito ai compromessi che il femminismo dovrebbe essere disposto a fare per poter anche essere inclusivo nei confronti di tutte e tutti.

Sara Garbagnoli si occupa di femminismo materialista, basato sull’applicazione della lotta di classe alle relazioni tra i sessi e sulla considerazione del contesto economico e materiale del patriarcato.


Nell’analisi di Garbagnoli, il problema femminista si intreccia con la questione razziale.


Federico Zappino si focalizza sulla tematica del femminismo queer trattando, in particolare, il problema dell’eterosessualità, in particolare di matrice lesbo-materialista (in riferimento in particolare a Monique Wittig). La lotta all’eterosessualità come unico modello relazionale esistente ha per Zappino un duplice pregio: da un lato libera le donne dalla dialettica eteronormativa, dall’altro produce un femminismo radicalmente inclusivo, consentendo a diverse posizioni politiche di unirsi nella lotta femminista contro l’etero-patriarcato.

L’ultimo saggio è di Lorenza Perini e si occupa del tema dei diritti, con particolare attenzione alla situazione italiana. Perini si focalizza sul concetto di cittadinanza e sul suo essere storicamente un territorio maschile per fare il punto della situazione sui diritti delle donne in Italia e su quanta strada vi sia ancora da percorrere in questo ambito.

In conclusione, il volume riesce pienamente nel suo intento: rappresentando una prospettiva chiara, polifonica e sfaccettata su importanti percorsi del femminismo storico, tocca riflessioni e tematiche di indubbio interesse contemporaneo, fornendo al lettore moltissime suggestioni e spunti di riflessione per rivedere con occhio critico le proprie istanze e posizioni.





Aa. Vv. Introduzione ai femminismi, a c. di Anna Curcio, DeriveApprodi, Roma, 2019, p. 102.

Grazie a DeriveApprodi!