La storia delle donne scritta da una donna

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Payne-Townshend

L’attività di Charlotte Payne-Townshend ha subìto quel che è chiamato «Matilda effect» (1): nota soprattutto per il matrimonio con il drammaturgo teatrale G. B. Shaw, è stata confezionata dalla storia nel ruolo di sostenitrice del marito, tanto che è a lui a cui vengono meritevolmente ricondotti gli ideali femministi di lei, sebbene Payne-Townshend abbia influito attivamente nella produzione di Shaw proponendo temi per le sceneggiature e interessandosi alla scrittura del marito.

Nonostante l’abitudine storica per cui le donne sono tradizionalmente svalutate quando non dimenticate, un’accurata testimonianza del valore e delle azioni di Charlotte Payne-Townshend emerge dai Diari di Beatrice Webb, in cui descrive l’amica come «ribelle per indole. Lontana da snobismi e convenzioni sociali» (2).


Nata nel 1857 a County Cork, Charlotte Payne-Townshend divenne una promotrice dei diritti delle donne e fu una figura fondamentale per incoraggiare la ricerca storica delle donne sulle donne. Il suo impegno femminista si concretizzò nella «Scholarship for women only» (3), attiva dal 1911 al 1919 alla London School of Economics. 


Nella prima metà del Novecento, le donne avevano serie difficoltà nell’accedere all’istruzione, e l’intervento di Payne-Townshend fu tale da garantire loro posti di studio all’interno di uno dei pochi ambienti istituzionali favorevoli all’apertura verso il genere femminile (4).


La London School of Economics fu infatti fondata da Beatrice e Sidney Webb, coppia inglese aderente alla Fabian Society (5), con l’obiettivo di istituire un luogo di apprendimento egualitario, centrato sulla comprensione della contemporaneità inglese di quel tempo (6). 

Divenuta amica dei Webb decise di contribuire, vedendo «l’impegno nella LSE anche come un’occasione di promuovere l’educazione delle donne, […] facendo annualmente una donazione di 50 sterline alla scuola per sostenere la ricerca di uno studente o studentessa». (7)
Fu nel giugno del 1905 che decise di creare una vera e propria scholarship: la Shaw Research Studentship.

Fu grazie all’amicizia che legò Beatrice a Charlotte che quest’ultima, già sensibile per indole alle questioni sociali, iniziò a interessarsi ai diritti delle donne, raggiungendo una maturazione politica con l’adesione nel 1908 al Fabian Women’s Group, circolo che sosteneva il movimento per l’emancipazione femminile, entrando successivamente come rappresentante femminile nella Fabian Society.

Nello stesso anno undici membri del circolo vennero incarcerati per aver partecipato all’attività suffragista. Ma l’attività delle donne fabiane non si arrestò: pubblicarono pamphlet partecipando al dibattito politico sul giornale fondato dai Webb, New statesman, in cui trovava spazio la discussione sulla questione femminile. 


Avendo notato che la borsa di studio veniva esclusivamente assegnata a studenti maschi, nonostante i brillanti elaborati proposti dalle candidate, nel 1911 Payne-Townshend decise di limitare la gara alle candidate donne che proponessero un approfondimento su temi inerenti alla storia femminile.


Fu Eileen Power a ottenere la prima scholarship con una elaborato relativo alla condizione delle donne nei monasteri medievali, contro sole nove studentesse a concorrere (8).
Eileen Power svolgerà poi una significativa presenza nella scuola inglese: fu una delle 43 docenti che avrebbe insegnato alla London School, organizzando corsi di storia globale e comparata e integrando la storia economica con argomenti umanistici e antropologici.

Con lei, Charlotte Payne-Townshend ottenne la vittoria prefissatasi: finanziando i suoi studi, la rese libera da ogni Pigmalione

Pigmalioni, in una storia umana che si riappropria degli aspetti femminili restituendo valore alle donne, sono gli uomini che, proprio come accade nel Pygmalion di G.B. Shaw con il rapporto tra Mr. Higgins e la fioraia Eliza Doolittle, svalutano il sesso femminile e se ne servono, modellandolo a proprio piacimento, ricevendo i meriti del lavoro e del sudore che le donne non si vedono riconosciuti.


L’attività politica e il sostegno finanziario che Payne-Townshend ha garantito hanno ribaltato nella realtà storica della LSE quello che accade nel copione di G.B. Shaw, dando l’occasione alle donne di collaborare alla pari con gli uomini.


Con Eileen Power si vede sfumare il mito del Pigmalione, che nell’immaginario maschile e femminile inizia ad esser sostituito con un ideale di partnership tra uomo e donna.







(1) Con Matilda effect si intende, soprattutto in ambito scientifico, l’usuale attribuzione del lavoro e del merito di una donna a un uomo, misconoscendo e svalutando l’attività femminile. Per approfondire: M. W. Rossiter, The Matthew Matilda Effect in Science, in Social Studies of Science, 1993, pp. 325-342.

(2) J. Anand, Biography: Charlotte Payne-Townshend, The Heroine collective, maggio 2016,  http://www.theheroinecollective.com/charlotte-payne-townshend/. Nell’originale leggiamo «by nature a rebel. She has no snobbishness and no convention», trad. mia. 

(3) G. Pomata, Risposta a Pigmalione. Le origini della storia delle donne alla London School of Economics, in Quaderni Storici, 2, 2002, pp. 505˗544.

(4) Il riconoscimento e l’apertura alle donne della LSE fu una novità in termini accademici e istituzionali nel panorama britannico: se Oxford inizia a riconoscere la presenza delle donne solo dopo l’azione progressista della LSE non concederà loro il titolo di studio fino al 1920. A Cambridge, le donne dovranno attendere il 1948 per vedersi riconosciuto il titolo. Cfr. G. Pomata, Risposta a Pigmalione. Le origini della storia delle donne alla London School of Economics, in Quaderni Storici, 2, 2002, pp. 505˗544.

(5) Gli ideali che muovevano la Fabian Society dalla seconda metà del 1800 inglese si rifacevano al socialismo ed erano volti ad istruire la classe operaia per socializzare i mezzi di produzione, e a un uguaglianza di fondo tra donna e uomo.

(6) La domanda chiave a cui la LSE si impegnava a rispondere era capire l’origine della povertà che affliggeva gran parte del popolo inglese in un’epoca così ricca e piena di innovazioni scientifiche e tecniche che continuava a prosperare dall’età vittoriana.

(7) G. Pomata, Risposta a Pigmalione. Le origini della storia delle donne alla London School of Economics, in Quaderni Storici, 2, 2002, pp. 505˗544.

(8) La carenza di candidate è da leggere anche come sintomo di una carenza in ambito di studi femminili: Payne-Townshend aveva colto la necessità di indagare la condizione femminile e i suoi cambiamenti storici. Per la seconda borsa di studio per donne attivata nel 1913 furono due sole le candidate.