Sotto la pelle: memoria e scrittura

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Ernaux

Nell’esergo delle Confessioni di Rousseau si legge: intus et in cute, letteralmente “dentro e sotto la pelle”. L’espressione viene impiegata per anticipare il contenuto di una scrittura che desidera scavare in profondità. L’opera, infatti, ripercorre la storia della vita di Rousseau secondo un ideale di sincerità portato all’esasperazione. In questa autobiografia, il filosofo rifiuta il ricorso alla finzione, per quanto egli si veda costretto, in alcune occasioni, a «colmare i vuoti della […] memoria» (1) tramite le aggiunte della scrittura. 

Fu Agostino d’Ippona a inaugurare il genere della “confessione”, combinando il registro autobiografico con la riflessione filosofica e religiosa. Per filosofi come Agostino e Rousseau la scrittura autobiografica si rivela di grande interesse, poiché in essa confluiscono temi sull’io, l’individuo e la condizione umana, spesso accompagnati da una ridefinizione del concetto di verità in termini di conoscenza interiore.


Anche la produzione letteraria di Annie Ernaux è legata a doppio filo con la sua vita privata.


Proprio in virtù dell’«acutezza clinica» (2) con cui descrive il suo passato, l’autrice francese ha vinto il premio Nobel per la letteratura 2022. 

Nei suoi romanzi Ernaux affronta argomenti complessi, tratti direttamente dal proprio vissuto. La nascita in una famiglia umile, l’ascesa sociale, l’amore, l’aborto, la bulimia sono solo alcuni dei temi che ritroviamo all’interno nella sua ampia letteratura. 

L’autrice ripercorre con estrema lucidità gli aspetti più intimi della sua storia personale, mettendoli a confronto con il retroterra storico, culturale e sociale. Il suo è un esame viscerale dell’io, svolto con il fine di ricordare. Ernaux vuole ricordare se stessa e provare a comprendere, a distanza di anni, cosa l’abbia spinta verso certe azioni e scelte. A tal riguardo, spiega che con la sua scrittura non ambisce a costruire un personaggio di finzione, bensì a decostruire la ragazza che è stata (3). 


Questo bisogno di evocare gli eventi trascorsi implica, in chi scrive, uno sforzo della memoria.


I vincoli della memoria non sono soltanto dovuti all’impossibilità di ricordare tutto, dato che alcuni avvenimenti sono destinati a cadere nell’oblio. Spesso, l’incapacità di rammentare è motivata dal senso di vergogna che la mente prova di fronte a momenti del passato che preferirebbe dimenticare. 

In Memoria di ragazza, Ernaux parla in questo modo di sé:  

«Ho voluto dimenticarla anch’io, quella ragazza. Dimenticarla davvero, ossia non avere più voglia di scrivere di lei. Non pensare più di dover scrivere di lei, del suo desiderio, della sua follia, della sua idiozia e del suo orgoglio, […]. Non ci sono mai riuscita.» (4)


L’opera letteraria permette, quindi, di confessare ciò che viene avvertito come inconfessabile, ossia quei contenuti che la memoria vorrebbe rimuovere, ma che l’animo sente di dover raccontare.


Nel rivivere ciò che è avvenuto, Ernaux impiega la scrittura anche come mezzo di denuncia contro le disparità di classe e di genere subite in prima persona. In una delle sue opere più note, L’evento, narra dell’aborto clandestino avuto a ventitré anni, quando ancora l’interruzione volontaria di gravidanza era illegale in Francia. Condividere questa vicenda così personale le serve per parlare di una realtà comune a molte donne e mostrare i pericoli dietro i divieti imposti ai corpi femminili. 

Pertanto, possiamo concludere che la scrittura aiuti ad elaborare ciò che la memoria non è in grado di affrontare da sola: essa conferisce nuovo senso e significato al proprio passato e trasmette, allo stesso tempo, l’universalità dell’esperienza umana. Nel caso di Ernaux, la letteratura narra il vissuto individuale di una donna, sollevando questioni che si intrecciano e si rispecchiano nelle storie di tante altre. Non meno importante è la funzione svolta dalla scrittura nel tematizzare la distanza che l’autrice avverte tra la sé adulta e la sé di tanti anni prima, ormai ridotta a un’ombra del proprio passato. 


Attraverso la memoria e la scrittura, è possibile percorrere il divario tra il passato e il presente, provando, come scrive Ernaux, ad esplorare l’abisso tra «la sconcertante realtà di ciò che accade nel momento in cui accade e la strana irrealtà che, anni dopo, ammanta ciò che è accaduto» (5). 






(1) Cfr. J.J. Rousseau, Le confessioni, Garzanti, Milano, 2019, p. 5.

(2) L’Accademia Svedese ha premiato Annie Ernaux for the courage and clinical acuity with which she uncovers the roots, estrangements and collective restraints of personal memory. Qui il link: https://www.instagram.com/p/CjXrX-Ts8np/?igshid=YmMyMTA2M2Y=

(3) Cfr. A. Ernaux, Memoria di ragazza, L’orma editore, Roma, 2017, p. 82.

(4) Ivi, p. 19. 

(5) Ivi, p. 236.

Immagine di copertina: https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Annie_Ernaux_in_2022_%288_av_11%29.jpg