Lori Gruen: La via etica dell’empatia
Essere rivoluzionarie. Esercitare il pensiero critico, convertendo l’ordine delle cose in nuove forme non ancora pensate. Essere rivoluzionarie è il messaggio di cui si fanno portavoce, in modi differenti, le pensatrici e filosofe che stiamo incontrando nel percorso delineatoci dal libro Le avventure della Filosofia. Racconti e domande per menti audaci edito da Edizioni Sonda.
Insieme a Greta Gaard di cui vi abbiamo parlato qui emerge un’altra filosofa che entra a tutti gli effetti nella schiera delle eco-femministe e il cui pensiero risulta essere particolarmente importante nell’attuale dibattito filosofico, politico e soprattutto etico.
Lori Gruen, docente statunitense presso la Wesleyan University, nasce a Chicago, nell’Illinois, nel 1962.
Particolarmente interessata agli studi sul femminismo di genere e sessualità, è specializzata in etica animale e crea il sito web first100chimps.wesleyan.edu: una rete dedicata ai primi cento scimpanzé sfruttati nelle ricerche statunitensi e dei quali la filosofa documenta la storia e la causa di morte. Scrittrice per le testate più rinomate come «Al Jazeera», «Washington Post» e il «Time», Gruen ottiene la laurea in Filosofia presso l’Università di Boulder, Colorado, nel 1983, trascorrendo un anno come laureanda in Arizona e lavorando contemporaneamente per il Movimento di liberazione animale. Nel 1987 pubblica il suo primo libro Animal liberation: a graphic guide, scritto in collaborazione con Peter Singer e illustrato da David Hine.
Alla fine degli anni Ottanta fa ritorno in Colorado dove termina il suo dottorato di ricerca nel 1994. Numerose sono le università dove questa filosofa ha avuto il piacere di insegnare, ma solo nel 2000 si stabilizza nel suo attuale ateneo, dapprima come assistente e in un secondo momento, nel 2015, come docente. Gruen ha inoltre collaborato come co-editor, dal 2008 al 2010, per il giornale di filosofia femminista «Hypatia».
Le note biografiche ci aiutano a comprendere l’indole della sua figura complessa e poliedrica: ancora una volta sembrano intrecciarsi le condizioni e i destini di donne e natura, con un ampio raggio di visione che include le categorie di minoranza. La relazione simbiotica tra l’uomo e l’ambiente, con Gruen emerge in tutta la sua completezza non soltanto nei punti armoniosi che erano stati raccontati dalle altre eco-femministe, ma anche e soprattutto nei risvolti negativi: per Lori Gruen, l’uomo è la causa principale della distruzione della natura, così come dell’oggettivazione di quest’ultima a mero strumento utilitarista.
L’ecosistema che ci circonda, gli animali e tutti gli esseri viventi, vengono intesi esclusivamente come mezzi per l’arricchimento dell’intera umanità.
Osservare un paesaggio non significa più, secondo la filosofa, lasciarsi ispirare e calmare dalla quiete naturale ma, al contrario, innesca pensieri materialistici e nocivi. Ecco allora che il pensiero di Gruen trova la sua principale espressione nel concetto di entagled empathy, ossia il “coinvolgimento empatico”, secondo cui:
«Un tipo di percezione partecipe focalizzata sul raggiungimento del benessere dell’altro è un processo esperienziale che implica un insieme di emozioni e cognizione attraverso cui siamo consapevoli di intrattenere relazioni e veniamo invitati a essere attenti e responsabili prendendoci cura di bisogni, interessi, desideri, debolezze, speranze e sensibilità altrui». (1)
L’etica e l’empatia si delineano dunque come i due poli rilevanti e determinanti del pensiero di Gruen.
L’etica, per la filosofa, è volta principalmente alla cura (care-ethics): la filosofa si distacca da quelli che sono i filoni ecologisti tradizionali, giacché li ritiene inadeguati al raggiungimento di tale fine e, al contrario, portatori di un atteggiamento meramente meccanico e distaccato nei confronti del mondo circostante.
Si distacca anche dalla concezione classica dell’empatia: ella ritiene infatti che l’empatia debba coinvolgere la sfera emozionale e cognitiva e debba rappresentare una prospettiva radicale, un impegno costante a riflettere in modo critico sul modo in cui intendiamo la relazione con gli altri animali.
«Le nostre relazioni con soggetti umani e animali co-costituiscono ciò che siamo e il modo in cui impostiamo le nostre identità e azioni, persino i nostri pensieri e desideri. Non possiamo pensare di vivere senza gli altri, inclusi gli animali». (2)
Il contributo radicale che ci fornisce il pensiero di Gruen si rivela pratico e si muove nel campo dell’azione: è la cooperazione che porta a individuare le differenze e le somiglianze con il mondo che ci circonda, vedendo così nella moltitudine degli esistenti (naturali o animali che siano) la ricchezza e l’equilibrio necessari al funzionamento di questa grande macchina vivente che è la Terra.
Le avventure continuano offline qui, e online tutti i mercoledì su Filosofemme!
(1) Gruen, Lori, La terza via dell’empatia. Il concetto di coinvolgimento empatico: prendere le distanze da sé per comprendere l’altro, traduzione it. di Simone Buttazzi, Casale Monferrato: Edizioni Sonda, 2017, p. 18.
(2) Ivi, p. 63.
Bibliografia
Gruen, Lori, La terza via dell’empatia. Il concetto di coinvolgimento empatico: prendere le distanze da sé per comprendere l’altro, traduzione it. di Simone Buttazzi, Casale Monferrato: Edizioni Sonda, 2017.
O’Donoghue, Brendan, Le avventure della filosofia. Racconti e domande per menti audaci, Milano: Edizioni Sonda, 2019.
Sitografia
https://www.wesleyan.edu/academics/faculty/lgruen/profile.html#
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