Friends: fat Monica e la comicità che oggi non ci piace più

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Fat Monica

⚠️⚠️⚠️ se non hai ancora visto la serie, fermati qui! ⚠️⚠️⚠️

Per moltissime persone nate tra gli anni ‘80 e ‘90, Friends non si discute, si ama

La serie, che negli Stati Uniti è andata in onda dal 1994 al 2004, in Italia è stata trasmessa dal 1997 al 2005 (e replicata all’infinito su vari canali televisivi), accompagnando la nostra vita quotidiana e contribuendo a dare forma al nostro linguaggio, ai nostri gusti e forse anche alle nostre aspettative sul futuro e su come saremmo diventati da adulti. In un paese come l’Italia, già fortemente influenzato dalla cultura americana tramite altri prodotti pop, le vite dei sei amici a New York hanno avuto un forte appeal, complice anche il taglio comico della serie e il doppiaggio italiano che, seppur caratterizzato da diverse imperfezioni e ingenuità nell’adattamento dei dialoghi, ha saputo renderci accessibile questa sitcom in un periodo in cui la fruizione in lingua originale era molto meno diffusa di oggi


Friends è una serie che ha molti meriti, tra i quali vi è di certo quello di aver normalizzato la trattazione (anche leggera ma non per questo svilente) di tematiche come l’omosessualità, la maternità, i problemi di fertilità, l’adozione e la sessualità femminile, per menzionarne solo alcune.


Nonostante ciò, ci sono alcuni aspetti di Friends che suscitano un certo effetto cringe nello spettatore di oggi. La ragione è che la sensibilità culturale attorno ad alcune tematiche è cambiata moltissimo negli ultimi venti anni, e perciò il modo in cui la serie le tratta ci appare oggi superficiale, quando non addirittura retrogrado o imbarazzante.

Facciamo chiarezza: ciò non comporta che Friends sia scadente o da dimenticare, ma soltanto che è il prodotto di un certo contesto culturale e, inevitabilmente, ne riflette alcune caratteristiche. Assumere un atteggiamento critico nei confronti della serie non significa disprezzarla. Al contrario, può essere interessante per farci capire come il mondo sia cambiato in un ventennio, anche se forse a noi può non sembrare che le cose siano così diverse.


Un caso emblematico di questo slittamento di sensibilità può essere rintracciato nel trattamento che la serie opera del personaggio di Monica Geller in relazione al suo passato di adolescente grassa. 


Nel presente della narrazione, Monica è una donna decisamente magra e attraente, ma il suo passato viene rievocato attraverso flashback della sua adolescenza, nei quali Monica non è semplicemente grassa ma è una macchietta comica del tutto definita dagli stereotipi comici per tradizione legati a questa condizione: è incredibilmente pigra e non si cura di sé, mangia dolci tutto il tempo ed entra in paranoia quando qualcuno le sottrae del cibo. Coerentemente con questo ritratto, Fat Monica è anche la figlia meno amata dei suoi genitori (che preferiscono Ross), l’amica bruttina della popolarissima reginetta Rachel ed è invisibile alle attenzioni del sesso opposto, quando non addirittura soggetta alla derisione dei ragazzi che non potrebbero mai trovare attraente una ragazzina grassa (come ci viene mostrato nell’episodio flashback in cui un Chandler adolescente la rifiuta proprio per questa ragione). 


In queste situazioni è evidente che Monica soffre, ma la serie è troppo impegnata a suscitare facili battute sul suo peso per proporci una vera riflessione sul fatto che il trattamento discriminatorio e grasso-fobico a cui la ragazza è soggetta siano un’ingiustizia.


Quello che le accade ci viene piuttosto presentato come la conseguenza logica del suo aspetto: un po’ come dire che in fin dei conti se sei grassa questo è quello che ti meriti e, se non ti sta bene, puoi sempre fare come Monica e dimagrire. Questa idea è rafforzata dal fatto che la Monica del presente è appunto molto magra e che, ogni qual volta qualcuno vuole insultarla o prenderla in giro, è abitudine fare ricorso alla sua passata condizione per denigrarla: è chiaro a tutti, personaggi e pubblico, che Fat Monica è meno degna di empatia di Thin Monica, ed è anche meno umana di quest’ultima, dato che la sua caratterizzazione non include altri elementi se non quelli inerenti alla visione stereotipata di una persona grassa.


Le cose purtroppo peggiorano negli episodi 15 e 16 della sesta stagione (in originale The One that Could Have Been Part 1 and 2, in italiano Come poteva essere Parte 1 e 2) in cui la serie ci mostra come sarebbero nel presente le vite dei protagonisti se qualcosa di importante del loro passato fosse andato diversamente.


Per tutti si tratta di cambiamenti inerenti il lavoro (Phoebe, Chandler e Joey) o la vita sentimentale (Ross e Rachel) mentre per Monica il grande evento che ci viene presentato come quello che avrebbe cambiato per sempre la sua vita è (ovviamente, verrebbe da dire a questo punto) la perdita di peso. E il cambiamento in questione è decisamente peggiorativo. In questi episodi quindi osserviamo il personaggio di Fat Monica non più calato in un passato adolescenziale, ma conosciamo una Fat Monica trentenne, e la serie non è certo timida nel mostrarci che il peso avrebbe reso la sua vita un incubo.

Mentre la Thin Monica della storyline principale è una chef di successo che intrattiene una relazione sentimentale seria con Chandler (proprio colui che ci era stato presentato come allergico agli impegni amorosi e che l’aveva rifiutata perché grassa da adolescente), la Fat Monica della linea temporale alternativa è senza lavoro e senza il vero amore, macchiata inoltre dall’onta di essere ancora vergine a trent’anni, chiaramente perché nessun uomo può trovare davvero attraente una donna grassa. A ciò bisogna aggiungere che, nonostante ora sia un’adulta, è ancora caratterizzata come una ragazzina golosa, pigra e infantile, ossessionata dai dolci e spesso impegnata a divorare barrette al cioccolato o ciambelle, per giocare ancora sugli stereotipi di cui si è già parlato.


L’obiettivo sottinteso di questi due episodi, però, è mostrare che, nonostante la linea temporale alternativa, le cose andrebbero comunque in modo simile a quella principale e perciò gli sceneggiatori si sono dovuti inventare un modo per spingere Monica e Chandler a formare una coppia anche in questa storyline.


Tuttavia, l’espediente che hanno scelto è ancora una volta un trionfo di grasso-fobia: Fat Monica e Chandler finiscono a letto assieme non perché siano attratti uno dall’altra, ma perché lui, in quanto amico decisamente “sfigato” con le donne, accetta un po’ per amicizia e un po’ per il proprio tornaconto di farle un favore facendole perdere la verginità. È solo dopo aver consumato il loro accordo che i due si accorgono di piacersi sul serio, o così siamo portati a credere, perché è qui che i due episodi finiscono e si torna alla storia principale, dove Monica è magra e quindi non c’è bisogno di nessun pretesto per convincerci che Chandler sia attratto da lei e se ne innamori al punto da chiederle di lì a poco di sposarlo


Sarebbe eccessivo sostenere che gli sceneggiatori e le sceneggiatrici di Friends abbiano consapevolmente torturato Fat Monica per puro sadismo.


È chiaro che non è così. Quello che accade nei confronti di questo personaggio è che, nell’economia di una serie comedy in cui c’è la necessità di far ridere il pubblico con una certa frequenza, il passato di Monica o l’immaginare che lei sia ancora grassa nei due episodi della storyline alternativa offrono la possibilità di ricorrere a facili battute sul peso. Questo semplifica il lavoro della writers room e consente di andare a colpo sicuro su una tipologia di materiale che farà ridere o almeno sorridere il pubblico.

Ciò è evidente anche e forse soprattutto in momenti in cui la serie ci invita a deridere Fat Monica con gag e situazioni surreali che non hanno nessuna rilevanza per la trama vera e propria. Questo accade, ad esempio, nella sigla degli episodi alternativi, in cui vediamo Monica sedersi al solito posto sul bracciolo dell’iconico divano arancione e il divano stesso inclinarsi sotto il suo peso, nonostante le altre tre persone che vi sono sedute sopra. Si tratta di situazioni e battute accettabili e normalizzate secondo la sensibilità del tempo in cui la serie è stata scritta e trasmessa e che, forse, non abbiamo neppure notato all’epoca, o comunque non ci sono sembrate offensive o problematiche.


Il punto è proprio questo: la sensibilità attorno a tematiche come la rappresentazione dei corpi non conformi è cambiata. Ciò che una volta ci sembrava aproblematico e magari divertente, oggi ci appare discriminatorio.


E, se da un lato non possiamo chiedere ad un prodotto del passato di essere conforme agli standard di oggi, ciò non ci impedisce di riflettere su questi aspetti e sottolineare che qualcosa che una volta era visto in una luce positiva, oggi non è più accettabile.


Le cose cambiano, le società acquisisce nuovi valori, la cultura si trasforma. A volte, per fortuna, tutto ciò porta ad un miglioramento.






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