Della gentilezza e del coraggio

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Della gentilezza e del coraggio

Quali sono i principali ingredienti della politica al giorno d’oggi? Dibattiti sterili, attacchi personali, fake news, violenza verbale, slogan ripetuti all’infinito e manipolazione della paura dei cittadini per scopi elettorali. Di fronte a tutto questo è difficile appassionarsi seriamente alla gestione della cosa pubblica, o per lo meno è molto forte la tentazione di viverla con lo stesso spirito della peggiore tifoseria calcistica, in cui la squadra del cuore ha sempre ragione e gli avversari non meritano né rispetto né considerazione.


Questo modo non sano di vivere la politica ha molte conseguenze negative, tra le quali quella di perderne di vista il vero scopo: trovare soluzioni condivise a problemi della collettività. 


Nel denunciare questo stato di cose, spesso ci si rifugia in un mitico passato dove tutto andava per il meglio, “i politici non erano così” e i problemi venivano risolti. Che questo sia vero oppure no, la domanda fondamentale che dovremmo porci è: un altro modo di fare politica oggi è effettivamente possibile? Per fortuna, la risposta è sì, e ce lo racconta Gianrico Carofiglio in Della gentilezza e del coraggio

Il saggio prende le mosse dalla ridefinizione del concetto di gentilezza che, non più sinonimo di buona educazione o di mitezza, diventa una potentissima virtù marziale: la gentilezza è la qualità di chi accetta che il conflitto è parte integrante della realtà e che sottrarvisi non può essere una soluzione costruttiva applicabile in una società democratica. Al contrario, chi esercita la gentilezza di cui parla Carofiglio decide di prendere parte al conflitto riconducendolo però ad una dimensione sottoposta a regole e non distruttiva, volta a disinnescarne gli aspetti aggressivi in favore della possibilità di trovare soluzioni e compromessi soddisfacenti.


Ben lontano dal costruire un bel discorso lontano dalla pratica quotidiana, Carofiglio equipaggia il lettore di strumenti concreti per rimodellare la pratica politica, a partire da un’analisi di alcune tipiche tecniche di manipolazione del discorso e fallacie logiche.


Non mancano anche i suggerimenti su come riconoscere, contrastare ed evitare questo tipo di strumenti e gli esempi tratti dalla cronaca per mostrare queste strategie in azione. 

Importante anche il riferimento alla qualità etica della pratica dell’umorismo che, specialmente quando rivolto verso se stessi, può diventare un elemento cardine di rottura dei meccanismi tossici della politica, lasciando spazio per l’imperfezione, l’errore, il ripensamento e riportando il tutto ad una dimensione umana, dove nessuno è un nemico da demonizzare o un messia portatore di verità assolute.

Completa il testo la ricca bibliografia che, coerentemente con quanto affermato dall’autore, consente al lettore di intraprendere un proprio percorso di ricerca con atteggiamento critico anche nei confronti di Carofiglio stesso. 
Con il suo invito a porre e porci buone domande e i suoi suggerimenti pratici per un’ecologia del pensiero, Della gentilezza e del coraggio getta alcune interessantissime basi per la costruzione di una vita democratica improntata sulla ricerca di soluzioni positive e non più sulla distruzione dell’avversario.


Finalmente siamo di fronte a un saggio che non si limita a dirci che lo cose potrebbero e dovrebbero andare meglio, ma ci fornisce indicazioni concrete affinché ciò sia veramente possibile.




G. Carofiglio, Della gentilezza e del coraggio, Feltrinelli, Milano, 2020.