
Il compito della filosofia raccoglie tre conferenze tenute da Piero Martinetti a Milano, nel 1920. È una prospettiva sul suo pensiero e, al contempo, una sorta di manifesto: sullo statuto della Filosofia e sul ruolo degli intellettuali nella società.
Martinetti, filosofo idealista e debitore della scuola post-kantiana, si distinse per il suo antifascismo. Fu l’unico, tra i docenti universitari di Filosofia, che rifiutò di prestare giuramento al regime.
«Per prestare il giuramento richiesto dovrei tenere in nessun conto o la lealtà del giuramento o le mie convinzioni morali più profonde: due cose per me egualmente sacre. Ho prestato il giuramento richiesto quattro anni or sono, perché esso vincolava solo la mia condotta di funzionario: non posso prestare quello che oggi mi si chiede, perché esso vincolerebbe e lederebbe la mia coscienza». (1)
Morale e coscienza, due termini che tornano nei suoi scritti e caratterizzano una visione del mondo in cui la filosofia è rivolta all’azione, alla società e ai suoi fini. Il diritto e le leggi dipendono, in prima battuta, dalla morale e si modificano in base a essa, in un rapporto particolare/universale che mette il pensiero sistematico al centro del cambiamento sociale.
«Quale è e può e deve essere l’azione del pensiero e del fattore ideale nella vita sociale?» (2)
Muovendo i suoi passi dalla Repubblica platonica, Martinetti enuncia il ruolo fondamentale della filosofia, la missione del filosofo: essere di aiuto allo sviluppo della comunità. I principi ideali sono forza motrice: il cambiamento radicale è possibile solo rivedendo e modificando le motivazioni alla base del pensiero e delle azioni degli individui.
La filosofia fornisce una visione totale della realtà, costituisce il presupposto e il fine della conoscenza.
«È una sintesi […], non un’ipotetica aggiunta ai fatti, ma è una conversione profonda di tutta l’esperienza che fa apparire i fatti stessi, da cui è sorta, sotto una nuova luce». (3)
Questo sguardo unico sulla realtà, che connette tutte le sue parti, penetra ogni meccanismo sociale. La ricerca scientifica, l’economia prendono forma a partire da teorie filosofiche e disposizioni collettive e, in base a queste, si modificano le loro pratiche.
Il compito della filosofia condensa la vocazione teoretica di Martinetti e la complessità del suo pensiero. È un’ottima introduzione all’autore, pensatore indipendente della filosofia italiana, in un panorama accademico dominato da Croce e Gentile. Dall’idealismo, alla pratica; dalla visione geniale, alla politica: ciò che emerge è un sistema di pensiero sintetico, intuitivo e profondamente votato all’umanesimo.
«La filosofia è un fatto umano universale da cui nessuna creatura pensante si esime. Ogni creatura pensante tende con dolore e fatica verso un suo fine e in questo sforzo la sorregge il sogno per mezzo del quale si raffigura la vita e la realtà: questo sogno è la sua filosofia». (4)
P. Martinetti, Il compito della filosofia, Edizioni di Comunità, Roma, 2021.
(1) Lettera di Piero Martinetti al ministro Balbino Giuliano, dicembre 1931.
http://www.fondazionepieromartinetti.org/piero-martinetti/lettera-al-ministro-giuliano.html
(2) P. Martinetti, Il compito della filosofia, Edizioni di Comunità, Roma, 2021.
(3) Ibi, p. 24.
(4) Ibi, p. 23.
Null’altro che un lampo. Vita di Simone de Beauvoir
10 Aprile 2025Femminismo bastardo
3 Aprile 2025Lavorare meno. Se otto ore vi sembran poche
28 Marzo 2025
-
Marie de Gournay
4 Ottobre 2021 -
Amore e follia
29 Luglio 2020 -
Oltre la periferia della pelle
14 Luglio 2023
Filosofemme è un progetto che nasce dal desiderio di condividere la passione per la filosofia tramite la figura delle filosofe.

Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Privacy PolicyCookie Policy