Rovine dell’amicizia

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Rovine dell'amicizia

«Chiunque sa (o ritiene di sapere) cos’è un’amicizia, come nominare i suoi riti e i suoi gesti, quali rapporti debba intrattenere con l’affetto, la stabilità o la famiglia, entro quali limiti non può spingersi, pretendere, ambire – quantomeno non in maniera ragionevole o assennata»: questa la presa di coscienza da cui Petrachi (1) parte per interrogare come si sia arrivatə ad acquisire una tale consapevolezza che legge l’amicizia quale esperienza tanto scontata quanto ordinaria. Rovine dell’amicizia (Orthotes, 2022) coglie la sfida di proseguire quanto pensato da Michel Foucault sul tema dell’esperienza amicale: un “progetto incompiuto” perché non confluito in una teoria complessa o in uno scritto dedicato e tuttavia una questione che Foucault, dal 1975 fino alla sua morte, non ha mai smesso di sentire come urgente e su cui si è a più riprese interrogato.

«Se c’è una cosa che mi interessa, oggi, è il problema dell’amicizia. Dopo aver studiato la storia della sessualità, è necessario cercare di comprendere la storia dell’amicizia, o delle amicizie» (2)


Attraverso una scrittura insistente, lucida e densa di riferimenti storico-filosofici, Petrachi ripercorre così le tracce foucaultiane nella contaminazione e nel dialogo con autorə altrə al fine di presentare non una nuova sistematizzazione autoriale quanto una ri-problematizzazione attuale dell’amicizia.


Esperienza quotidiana e fondante e, allo stesso tempo, elemento assente e invisibilizzato dal discorso pubblico e legislativo (3), l’amicizia si configura oggi quale esperienza privata, secondaria rispetto al più importante dettame normativo lavoro-famiglia (rigorosamente monogamo, romantico ed eterosessuale) e per questo relegata a parentesi di svago e tempo libero. Lontana dall’essere un campo vuoto e mite, l’esperienza amicale si rivela in questo non solo attraversata da determinate dinamiche di sapere-potere (sociali, economiche, politiche), ma da queste informata e prodotta. Da qui l’urgenza di fare dell’amicizia un problema attraverso cui interrogare e contaminare il resto: “rovinare l’amicizia” – così come oggi intesa, svuotata di senso e  marginalizzata,  – ma per scompaginare le intimità possibili, immaginare reti affettive sconfinate e relazionalità impreviste. Pensare l’amicizia a partire da Foucault per fare, in definitiva, un’ontologia dell’attualità (4):

«Il concetto foucaultiano d’amicizia, lungi dal risolversi in una tanto generica quanto superflua disconnessione dalla società o nella pur necessaria trasgressione delle norme sociali in spazi marginali, comporta piuttosto un investimento nei confronti di un agire politico volto a sovvertire (allora e tutt’ora) le attuali modalità di produzione delle relazioni interpersonali su ampia scala, non tanto al fine di sabotare il sociale tout court, ma in vista di una trasformazione delle forme relazionali disponibili e delle loro condizioni esistenza» (5)


A partire da una prospettiva storico-genalogica che attraversa le cronologie, Petrachi – seguendo Foucault – interroga così le forme di vita gay/queer che, in aperto conflitto rispetto alla coppia eterosessuale, fanno della scelta sessuale un’operatore di cambiamento dell’esistenza nel senso dell’alterità e della molteplicità.


Ne risulta un testo complesso e rigoroso, dall’evidente impostazione accademica, che tuttavia può rivelarsi molto suggestivo anche al di fuori dei confini disciplinari: una lettura che può forse essere affrontata tramite quella stessa “tecnica del saccheggio” che lo stesso Petrachi prende in prestito da Foucault, a partire dall’idea che la verità di un discorso filosofico non consista nella sua sistematicità ma nelle sue possibilità di dissociazione, riutilizzazione e reinserimento in contesti altri.


L. Petrachi, Rovine dell’amicizia. Il progetto incompiuto di Michel Foucault, Orthotes, Napoli-Salerno, 2022.

Grazie a Orthotes!






(1) Lorenzo Petrachi si occupa di filosofia della storia e teorie critiche della soggettivazione con particolare attenzione alla storia delle emozioni e dei sistemi di pensiero. Attualmente dottorando presso l’Università degli Studi di Bergamo, è cofondatore del gruppo di ricerca Dalla Ridda presso l’Università di Bologna e membro del gruppo di ricerca History & Emotions dell’Università Milano-Bicocca.

(2) M. Foucault, Michel Foucault, un’intervista: il sesso, il potere e la politica dell’identità, in Id., Estetica dell’esistenza, etica, politica: Archivio Foucault 3: Interventi, colloqui, interviste 1978-1985, tr. it.  S. Loriga, Milano, 1998, pp. 303-304.

(3) Come mette in luce l’autorə, pensiamo a quanto le disposizioni generali in ambito medico-sanitario in situazione di emergenza o i più recenti decreti covid-19 (aprile, 2020) prevedano e così sanciscano quale unico legame affettivo legittimo quello familiare e di coppia.

(4) Lo stesso Foucault, in una celebre lezione al Collège de France del 1983, definisce il suo modo di praticare la filosofia con l’espressione “ontologia dell’attualità”. Prendendo a prestito le parole di Lorenzo Bernini, con questa  paradossale espressione Foucault «propone di indagare l’essere del presente, ricostruendone la storia in vista del suo possibile mutamento nell’attualità. L’intento che (…) rivolte al presente non è dunque legittimare e conservare le istituzioni del suo tempo, ma è al contrario operarne la critica». E ancora: «per essere in grado di fare ciò, occorre innanzitutto prendere le distanze da sé, operando la critica di ciò che dello stesso sembra scontato: l’ontologia dell’attualità, per Foucault, è anche e innanzitutto un’”ontologia di noi stessi”» (Le teorie queer. Un’introduzione, Mimesis, Milano, 2017, pp. 39-40).

(5) L. Petrachi, Rovine dell’amicizia. Il progetto incompiuto di Michel Foucault, Orthotes, Napoli-Salerno, 2022, p. 52.