Le strade del tè. Sorseggiare il tempo

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Come già il titolo ci suggerisce, Le strade del tè. Sorseggiare il tempo di Lucie Azema, (Edizioni Tlon, 2023) è un testo che intreccia la storia del tè con le vicende umane, culturali e sociali che questa bevanda ha influenzato nel corso dei secoli.

Più precisamente, la tradizione del tè viene associata al viaggio e all’immobilità: potrebbe sembrare ossimorico ma esso è sia legato al nomadismo, grazie alla sua storia caratterizzata da conquiste e grandi viaggi, sia alla sedentarietà, attraverso il rito di sedersi, fermarsi e prendersi una pausa bevendolo. 

Nonostante la sua storia ci possa sembrare legata soltanto alla sfera domestica e a un’immagine statica della realtà, in realtà così non è.

Partendo dalle origini del tè e dal suo sviluppo in Cina, il libro comincia con l’esplorazione di antiche leggende, legate all’origine della bevanda in questa parte del mondo, dove viene considerata un elemento essenziale della medicina tradizionale e un simbolo di raffinatezza e spiritualità.

Azema descrive attentamente le prime tecniche di coltivazione e preparazione, evidenziando come il tè sia stato al centro di importanti sviluppi tecnologici e culturali, incluse l’arte della ceramica e la calligrafia. Sottolinea poi diversi dettagli sui rituali legati a questa bevanda, che riflettono la filosofia taoista e buddista, sottolineandone il legame con la meditazione e l’introspezione.

Segue, poi, un’analisi approfondita della Via del Tè, la rete di percorsi commerciali che collegava la Cina con l’Asia centrale, l’India e oltre. Azema illustra come il tè abbia giocato un ruolo cruciale nei primi scambi commerciali e culturali, diventando una merce preziosa che influenzava le economie locali e i rapporti internazionali.

Mentre il testo ci porta verso il Giappone, scopriamo le molte implicazioni sociali e politiche legate a questo commercio, non sempre pacifico. 

L’arrivo del tè in Giappone ci introduce alla celebre cerimonia del tè giapponese, chiamata Cha no Yu. Azema descrive in modo chiaro e preciso come questa pratica sia diventata un’arte raffinata che incarna i princìpi zen di armonia, rispetto, purezza e tranquillità. La narrazione evidenzia l’influenza del tè sulla cultura giapponese e sull’estetica wabi-sabi.

«Questo è lo spirito dell’estetica giapponese del wabi-sabi: una filosofia che celebra la transitorietà delle cose terrene e insegna ad apprezzare i difetti degli oggetti per ciò che sono, rendendo le impurità un ingrediente del bello. Una tazza sbeccata, le irregolarità su una ciotola in gres, un’asimmetria, una rugosità discontinua, macchie dovute all’uso, la fragilità del materiale a causa del passare del tempo: tutti questi dettagli portano il marchio sublime degli oggetti che hanno vissuto.» (1)

Dopo aver attraversato l’Asia, il tè fa il suo ingresso in Europa attraverso i mercanti olandesi nel XVII secolo, dove diventa rapidamente una bevanda di lusso gustata nelle corti reali, ma anche un prodotto protagonista del Boston Tea Party e, più in generale, delle rivoluzioni americane.

La sua storia non è, però, idilliaca: Azema non trascura le questioni etiche legate alla coltivazione e al commercio del tè, come lo sfruttamento dei lavoratori e delle lavoratrici nelle piantagioni e l’impatto ambientale della produzione di massa. 

L’ultima parte del libro è dedicata alle tendenze contemporanee, dall’aumento dell’interesse verso varietà biologiche e sostenibili, alla riscoperta di metodi di preparazione tradizionali. Azema mette in luce come la bevanda stia vivendo una rinascita grazie alla crescente consapevolezza dei consumatori e al desiderio di riscoprirne le radici culturali e storiche.

Le strade del tè, dunque, è un percorso che scrittrice e lettorə fanno attraverso la storia del tè, il suo ruolo nella storia e nella cultura a livello globale, fino ad arrivare alle questioni contemporanee legate alla sostenibilità e all’etica.

Quella che potrebbe sembrare una ricostruzione storica diventa così un’esplorazione profonda delle dinamiche culturali, sociali ed economiche che questa bevanda ha influenzato nel corso dei secoli ma, soprattutto, una riflessione sul contrasto tra viaggio e sosta, staticità e dinamismo. 

«Dappertutto lungo il suo cammino, il tè si è legato alle abitudini dei Paesi attraversati, si è trasformato al loro contatto e, in questo processo, ha fatto sbocciare luoghi dove fare scalo per berlo. Perché si tratta proprio di scali: mettere la strada in pausa per riprenderla meglio. Come una foglia di tè che, se lasciata troppo in infusione, renderà la bevanda amara. O come la pianta del tè, che ha bisogno di grandi quantità di acqua per fiorire, ma che muore se si trova nell’acqua stagnante. Esplorare i luoghi immobili e i sentieri vagabondi per legare questi due spazi tra loro, ecco lo spirito del tè.» (2)

L’autrice ci insegna, infatti, che viaggiare, scoprire e curiosare è tanto importante quanto riflettere, fermarsi e prendersi una pausa dalla freneticità del quotidiano. 

Grazie Edizioni Tlon!

Lucie Azema, Le strade del tè. Sorseggiare il tempo, Edizioni Tlon, Roma, 2023.

  1. Lucie Azema, Le strade del tè. Sorseggiare il tempo, Edizioni Tlon, Roma, 2023, pagg. 186-187.
  2. Ivi, pag. 90.