La filosofia di Stranger Things

0
3

La competizione crescente con altre piattaforme spinge i grandi colossi a puntare sempre di più, in termini di marketing, su serie specifiche che inducono gli utenti a sottoscrivere l’abbonamento solo per guardarle. Nel caso di Netflix, tra i principali cavalli di battaglia c’è senz’altro Stranger Things.

E no, non è l’affetto di una fan a parlare, ma i numeri (1).

Ora che la serie dei fratelli Duffer si avvia alla conclusione con la quinta stagione, è evidente che siamo di fronte ad un prodotto incredibilmente fecondo in termini economici e d’impatto in termini culturali.

Cosa si cela dietro l’irresistibile fascino degli anni ’80, che da almeno un decennio è onnipresente in moltissime canzoni, film e serie tv? Cos’è quel “qualcosa di strano” che l’ha resa un fenomeno mondiale, tanto che perfino chi non ha mai visto un episodio riconosce il caratteristico font della sigla o la scena iconica delle lucine di Natale appese al muro?

Una riflessione interessante è offerta da La filosofia di Stranger Things, un ricco saggio in cui gli autori si divertono a sviscerare le tematiche sollevate dai capitoli della serie, mettendo così in luce la profondità che può assumere una serie horror/fantascientifica.

Il testo è strutturato in quattro macroaree all’interno delle quali sono raggruppati diversi saggi. 

Il primo capitolo esplora la vicinanza tra concetti ed epoche apparentemente antagoniste. Nel primo saggio si discute del rapporto tra realtà e finzione alla luce della riflessione di Baudrillard sulla produzione umana. In quella che il filosofo francese definiva “epoca della riproducibilità”, il confine tra le due dimensioni si dissolve al punto che, attualizzando Baudrillard, il pubblico finisce per indignarsi per la morte di un personaggio immaginario, Barb, a suon di #Justiceforbarb su X. Il secondo saggio approfondisce il contrasto tra il Sottosopra e il mondo “normale” da un punto di vista morale, rifacendosi al De civitate Dei agostiniano. Infine, l’ultimo saggio ci mostra il conflitto politico e ideologico tra America capitalista e URSS comunista. 

Il secondo capitolo sviluppa in due saggi il tema del raccapricciante. Chiamando in causa lo psicologo Dr. Karl Albrecht, Heidegger e il genio del thriller Stephen King, si cerca di far luce su che cosa ci fa paura e perché ne siamo contemporaneamente attratti; successivamente incontriamo invece tematiche diverse – dalla genealogia del Mind Flayer nei testi gnostici, al concetto di “tecnostalgia”.

Nell’ultimo capitolo, gli autori analizzano i personaggi di Undici e Will nell’ottica foucaultiana della mostruosità, per mostrare che lo sviluppo della propria identità rende necessario confrontarsi anche con i lati più oscuri e antisociali di noi stessi.

Pur nell’intreccio di topic filosofici, sociologici e psicologici, i saggi sono scritti in modo semplice, cosicché anche una persona “non addetta ai lavori” possa leggerli senza difficoltà. 

A volte il riferimento ad alcuni autori filosofici può apparire forse fine a se stesso; in linea generale, però, evidenziare la ricchezza di temi che caratterizza Stranger Things è un modo per far capire quanto è densa e spiegarne il successo. Del resto, l’obiettivo della divulgazione pop quando si parla di serie tv non è forse «avere conversazioni più interessanti con i vostri amici sugli “strani eventi” che l’animano, e forse di imparare un po’ di filosofia lungo la strada.» (2)?

Grazie Mimesis!

La filosofia di Stranger Things, a cura di  Jeffrey A. Ewing, Andrew M. Winters, Mimesis, Sesto San Giovanni, 2022.

(1) Rotten Tomatoes, aggregatore di recensioni, regista un indice di gradimento pari al 97% già al tempo della prima stagione. Nel 2017, con l’uscita della seconda stagione, Stranger Things è diventata la serie più popolare negli Stati Uniti. Nel 2019, dopo un periodo di magra in termini di iscrizioni, Netflix ha guadagnato 64 milioni di famiglie abbonate solo nelle prime quattro settimane dal rilascio della terza stagione. E ancora nel 2022, in occasione dell’uscita della quarta stagione, la piattaforma ha registrato 2.4 milioni di nuovi abbonati negli Stati Uniti in soli 3 mesi. 

(2) La filosofia di Stranger Things, a cura di  Jeffrey A. Ewing, Andrew M. Winters, Mimesis, Sesto San Giovanni, 2022, p.11.